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Nell’incarnazione: inizio della speranza

28 Dicembre 2011

IV giorno dell’ottava di Natale

Ss. Innocenti Martiri

 

Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18

 

«Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio».         (Mt 2,16)

 

È proprio così. Esistono bambini abbandonati per le strade, bambini che muoiono di fame, bambini schiavi, bambini che lavorano quindici ore al giorno, bambini uccisi, bambini maltrattati, bambini abbandonati per le strade, bambini sfruttati da clan criminali o dal mercato della pornografia, bambini mandati al fronte come soldati: si tratta di orrori nei confronti dei quali la coscienza umana non può restare insensibile. Ancora, bambini che subiscono abusi dentro la famiglia stessa, bambini che vivono in ambienti familiari degradati, oppure che trascinano le loro giornate in solitudine, nell’indifferenza degli adulti, presi soltanto dai loro problemi e dal loro amor proprio. In qualsiasi società, i bambini rappresentano l’innocenza e il futuro. Una società che abbia sensibilità verso i bambini è una comunità che può ancora guardare al futuro con speranza, che può progredire, che può salvarsi. Una collettività che infierisce sui più deboli è una società violenta, in cui nessuno è al sicuro, dove l’avidità, l’aridità dei sentimenti, il dominio del male stringono i cuori e i cervelli in una morsa mortale.

I bambini hanno bisogno di essere amati, di giocare, di crescere armoniosamente, di imparare.

 

Preghiamo

Signore ascolta la nostra supplica accorata: sii vicino a tutti i bambini, specialmente quelli maltrattati, offesi, umiliati dagli adulti senza rispetto. Ti preghiamo per i bambini orfani, feriti, abbandonati, per tutti i bambini che non vivono l’innocenza e la stagione dei giochi, per i bambini senza sorriso,senza amore e senza lacrime.