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Nell’incarnazione: inizio della speranza

31 Dicembre 2011

VII giorno dell’ottava di Natale

 

Mi 5,2-4a; Sal 95 (96); Gal 1,1-5; Lc 2,33-35

 

«Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione…».                 (Lc 2,34)                                                                                       

 

Gesù segno di contraddizione oggi come allora.

Quale è oggi la percezione che hanno di Gesù le persone normali che si incontrano per strada, oppure i colleghi di lavoro con i quali si condivide buona parte della giornata, o ancora gli amici con cui magari si vivono momenti felici non riuscendo però quasi mai a parlare di argomenti determinanti per la vita? La fede è sicuramente un tema che ricorre poche volte nelle conversazioni. Così come è inusuale parlare di Gesù. Molto più spesso si discute intorno alla Chiesa, intesa soprattutto come istituzione e gerarchia: le critiche in questo caso si sprecano e a volte accomunano ambienti cattolici e laici.

Anche a noi Gesù, oggi, pone questa domanda: “chi sono io per te?” Chi è Gesù per me? Porsi questo interrogativo significa chiedersi quale posto occupa Gesù nella nostra vita di credenti.

 

Preghiamo

Signore, io credo: io voglio credere in Te.

O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.

O Signore, fa’ che la mia fede sia operosa e dia alla carità le ragioni della sua espansione morale, così che sia vera amicizia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sofferenze, nell’attesa della rivelazione finale, una continua testimonianza, un alimento continuo di speranza.                                      (Paolo VI)