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Nell’amicizia: inizio di una responsabilità

15 Dicembre 2011

Ez 39,21-29; Sal 104 (105); Os 12,3-11; Mt 23,1-12

 

«Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».                  (Mt 23,11-12)

 

Il vangelo odierno ci mette in guardia contro quei comportamenti dei farisei, che sono improntati ad orgoglio, vanità, superbia, presunzione. Matteo richiamava i primi cristiani ad esserne immuni, ma sono richiami molto utili anche per la storia di oggi. Se la nostra vita fosse più semplice, improntata al rispetto e a ricercare la serenità, vissuta nella concordia e nell’amore reciproco, l’orgoglio e la vanità non avrebbero spazio. I consigli di Gesù sono una svolta radicale: non sono più solo una denuncia o esortazione ma annuncio del Vangelo. È Gesù il più grande tra noi, che si è fatto nostro servo; e che ci concede di imitarlo, mettendoci anche noi al servizio di uomini deboli, fragili, incoerenti e peccatori. Solidarietà e concordia sono due strade da percorrere come società, come chiese e come singoli, perché si possa avere una convivenza priva di modalità meschine atte solo a dare importanza a primi posti, ai saluti nelle piazze, ad essere considerati maestri,… Impariamo a riscoprire i valori della solidarietà, del rispetto, dell’amore che dovrebbe albergare all’interno di una famiglia e nella società.

 

Preghiamo

O Signore, non si esalta il mio cuore

né i miei occhi guardano in alto;

non vado cercando cose grandi

né meraviglie più alte di me.                                  (dal Sal 130)