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Nella vigilanza: inizio di un’attesa

25 Novembre 2011

Ez 7,1-14; Sal 105 (106); Ml 2,4-9; Mt 12,38-42

 

«Allora alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: “Maestro, da te vogliamo vedere un segno”.
Ed egli rispose loro: “Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta”». (Mt 12, 38-39)

 

Chiediamo sempre segni, allora come oggi. Siamo sempre pronti a fare richieste di ogni genere: salute, fine delle guerre, lavoro, soldi, … tutte richieste buone e legittime ma Gesù è severo: non ci sarà dato nessun segno, se non quello di Giona. Giona è un profeta che, di malavoglia, ha chiesto ai cittadini di Ninive di convertirsi. E questi, contro ogni previsione, lo hanno fatto, dal re fino all’ultimo schiavo si sono pentiti e hanno chiesto perdono. Il segno che ci è dato è quello della predicazione, della Parola, della profezia, ma il segno più grande, per chi si considera suo discepolo, sarà la morte e risurrezione del Signore. Smettiamola, allora, di correre dietro ai segni prodigiosi, a cercare il miracolo più strano, la manifestazione più bizzarra: non sono i segni che ci convertono! Ogni giorno il Signore riempie di segni della sua presenza la vita di ciascuno di noi attraverso l’eucaristia che è memoriale della sua morte e risurrezione e attraverso la sua Parola che continuamente ci invita alla conversione.

 

Preghiamo

Signore Gesù, spesso sono tentato di chiederti segni piccoli o grandi per capire meglio quello che ho da compiere lungo la via. Aiutami ad accogliere il segno più grande e vero che sei tu, aiutami a servirti con animo puro per rimanere saldo per sempre. Amen.
 

da: La parola ogni giorno.“I miei occhi hanno visto la tua salvezza”(Lc 2,30). Il dono di un nuovo inizio. Avvento e natale 2011, ed. Centro Ambrosiano