Gc 5,12-20; Sal 91; Lc 20,20-26
Gli scrivi e i capi dei scerdoti si misero a spiare Gesù e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo. (Lc 20)
I testi liturgici ci invitano a riflettere sulla nostra relazione con Dio e indirizzano al comportamento sincero e trasparente. Nessun giuramento nè ambiguità nel parlare, basta un sì vero o un no consapevole. Ma soprattutto conta la convinzione che nessuno è estraneo all’altro e ciascuno può essere strumento di bene e di conversione. Persino chi era mandato a spiare Gesù ne riconosceva la verità di insegnamento. Poi cercava di metterlo in difficoltà chiedendogli se è giusto pagare le tasse. E Gesù li mette a tecere dicendo che la sincerità verso Dio non preclude la correttezza nei rapporti mondani.
La ricorrenza dei Santi Angeli custodi ci ricorda che l’Angelo è come un intermediario, colui che fa camminare verso Dio e ci fa ascoltare la voce di Dio; secondo la Bibbia la sua presenza accanto a noi non ha altro scopo che di metterci in relazione con lui. E Dio dice: "Ascolta la sua voce, non ribellarti a lui; egli non ti perdonerebbe, perché il mio nome è in lui".
Preghiamo col Salmo
È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte,
sulle dieci corde e sull’arpa,
con arie sulla cetra.