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Ritornare alle radici dell’esistenza

Martedì della I settimana d'Avvento

15 Novembre 2022

Ger 1,11-19; Sal 101 (102); Am 1,1-2; 3,1-2; Mt 7,21-29

«Non chiunque mi dice “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli… ha costruito la sua casa sulla roccia». (Mt 7,21;24)

Pensare di piacere al Signore per la quantità di preghiere, devozioni o solenni professioni di fede che possiamo fare, è illusorio. Chiede invece che la nostra vita sia autenticamente cristiana. Non solo atti di culto fini a sé stessi, ma vite che a partire dalla Liturgia divengono carità concreta verso Dio e i fratelli. La nostra “casa”, ovvero la nostra vita, deve costruirsi sulla roccia che è Cristo. Al contrario, si cercheranno altre edificazioni che non reggeranno all’urto delle difficoltà della vita, o alla ricerca di senso del nostro esistere. Non solo uomini e donne di religione, ma uomini e donne di fede in Cristo che mettono in pratica la sua Parola attuando scelte di vita nel dono di sé. Riecheggiano nel cuore le parole del giudizio finale (Mt 25,34 e ss.): «Venite benedetti, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete accolto».

Preghiamo

Signore, noi speriamo in te;
al tuo nome e al tuo ricordo
si volge tutto il nostro desiderio.
Di notte anela a te l’anima mia,
al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca.

Is 26,8-9