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Ti chiama per nome

16 Aprile 2017

DOMENICA 16 APRILE
Pasqua – Risurrezione del Signore

 

At 1,1-8a; Sal 117 (118); 1Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18

 

Ella […] gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!».  (Gv 20,15-16)

 

 

L’incontro di Gesù con Maria Maddalena è interamente giocato sul fraintendimento.Il Risorto e la donna si parlano m pare che non si comprendano. «Donna, perchè piangi? Chi cerchi?» (Gv 20,15). Maria sente la voce di Gesù, ma non capisce; anzi scambia Gesù, il Risorto, per il custode del giardino. Questa donna è ciascuno di noi allorché intende le parole di Gesù ma ha la testa altrove, è immerso in altre dimensioni, è sintonizzato su un altro canale. La Parola di Dio la conosciamo, la ascoltiamo, ma essa non incrocia la nostra vita. Gesù è lì presente, parla ma la Maddalena non capisce. Qual è la svolta di questo episodio? Il momento in cui Gesù dice il nome di questa donna: «Maria!» (Gv 20,16). Qui avviene il cambiamento, simbolizzato anche dal voltarsi improvviso e deciso della donna. Quella tomba sulla quale piangeva non interessa più. Gesù è lì presente, vivo: «Rabbunì!» (Gv 20,16). La Parola che Maria ha sentito non è più una parola vaga; essa dice il suo nome, la interpella, la ama.

 

Preghiamo

 

Signore, nel Battesimo hai detto il nostro nome.

Donaci di percepire ancora la tua voce

che non smette di chiamarci

e di farci sentire la tua presenza viva, operante, liberante.

 

[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]