GIOVEDÌ 13 APRILE
Giovedì della Settimana Autentica – Cena del Signore
Gn 1,1-3,5.10; 1Cor 11,20-34; Mt 26,17-75
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. (1Cor 11,23-26)
La cena costituisce per Gesù un momento terminale, un luogo desiderato; la mano del traditore è posata sulla tavola con la sua. L’ora è venuta, ma in modo tale che Gesù, all’irrompere di essa, può ancora disporre in maniera decisiva di sé. Un’ora mai più superabile, alla quale si farà sempre riferimento. Al di là di essa non c’è niente, se non il compimento di ciò che essa spontaneamente dischiude: il morire. Il sentire intimo si concretizza in modo definitivo nel dono di se stesso, che introduce e anticipa la Passione; mangiare la carne e bere il sangue sono la condizione necessaria per la risurrezione.
Preghiamo
Noi Ti adoriamo, o mirabile Sacramento della presenza di Colui che amò i suoi “sino alla fine”. Noi Ti ringraziamo, o Signore, che nell’Eucaristia edifichi, raduni e vivifichi la Chiesa. O divina Eucaristia, fiamma dell’amore di Cristo che ardi sull’altare del mondo, fa’ che la Chiesa, da Te confortata, sia sempre più sollecita nell’asciugare le lacrime di chi soffre e nel sostenere gli sforzi di chi anela alla giustizia e alla pace.
(Adoro te devote, latens Deitas!)
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]