SABATO 18 Marzo
Is 31,9b-32,8; Sal 25; Ef 5, 1-9; Mc 6,1b-5
1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? ». (Mc 6,1-3)
Gesù torna a Nazareth dopo aver compiuto vari miracoli e si scontra con l’incomprensione dei suoi compaesani. Gli abitanti di Nazareth, infatti, che lo hanno visto crescere e lavorare fra loro, si bloccano davanti all’ordinarietà della sua presenza in mezzo a loro e non riescono a riconoscere in Lui l’inviato di Dio. Si aspettavano un Messia trionfante e invece Gesù si presenta loro come un uomo normale. E non accettano che uno di loro, che credevano di conoscere, abbia sapienza e autorità su di loro, al punto di chiedere un cambiamento del cuore e della vita. In nome di Dio. Questo è lo scandalo dell’incarnazione: Dio assume la nostra natura e si rivela nell’ordinarietà. Sappiamo riconoscerlo?
Preghiamo
Signore Dio mio, donami le energie per cercarti,
tu che ti sei fatto trovare,
tu che mi hai dato sempre più la speranza di trovarti.
Fa’ che mi ricordi di te, che ti comprenda.
(S. Agostino)
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]