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Rispondere alla luce dello Spirito

Mercoledì della V settimana di Pasqua

1 Maggio 2024

At 23,12-25a.31-35; Sal 123; Gv 12,20-28

Disse Gesù: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». (Gv 12,24b-25)

Le parole di Gesù ad Andrea e Filippo descrivono il suo percorso verso la croce, verso il dono della vita. Ma raccontano anche il cammino che conduce ogni persona e il nostro vivere insieme verso il suo pieno senso. Vivere ripiegati su di sé, incapaci di dedizione, anche quando costa, alla fine è perdente, vuoto, sterile. Lo sappiamo, eccome; ma ricadiamo così facilmente nella nostra ansia di voler conservare, controllare, nel nostro autarchico desiderio di garantirci chissà poi cosa per domani, o anche solo per l’oggi… Gesù ci ha detto e ci ha mostrato, e ancora oggi sappiamo come abbiano senso queste parole coraggiose e fuori moda del “perderci” per poter “produrre frutto. Il verbo “odiare, certo, può suscitare qualche imbarazzo e qualche resistenza; ma possiamo forse intenderlo nell’invito a non legare tutto a «questo mondo», sapendo come per Giovanni il termine “mondoindichi spesso quanto si oppone al progetto di amore di Dio. Un invito, cioè, ad amare: e questo lo capiamo bene.

Preghiamo

Il tuo popolo riceva sempre, o Padre, il suo nutrimento e,
crescendo nella gioia dell’amore fraterno, tenda alla pienezza
ideale della grazia di Cristo.

dalla liturgia del giorno