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La cetezza dell’amore

Giovedì in albis

4 Aprile 2024

At 5,26-42; Sal 33; Col 3,1-4; Lc 24,36b-49

Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «[…] Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». (Lc 24,49)

La venuta dello Spirito non può essere preparata da un atteggiamento vuoto e rinunciatario: ai suoi discepoli Gesù risorto chiede tanto la custodia dell’attesa, quanto di evitare la dispersione e di rimanere nel vivo della vita degli uomini. Ci sono tempi in cui è bene non andare nel deserto e non si tratta di ritirarsi dall’azione. Ci sono tempi in cui le nostre città vanno abitate con convinzione, passione, generosità, tempi in cui entrare nel cuore del mondo, già abitato dal dono di Gesù, perché lo Spirito possa suggerirci il cammino da intraprendere. Il Risorto ci chiede di amare intensamente il nostro tempo e il nostro mondo, così come ci ha mostrato lui, fino alla croce. Rimaniamo in città, non disperdiamoci allentando i legami tra noi, occupiamoci con sapienza delle cose del mondo, perché lo Spirito ci raggiungerà lì, e non altrove. Dio non vuole salvare noi, ma l’intera l’umanità e tutto il creato e vuole che collaboriamo a questa opera nel cuore della storia, interessati con passione e disponibilità al disegno di Dio per ogni cosa.

Preghiamo

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

dal Salmo del giorno