Ct 5, 2a. 5-6b; Sal 41 (42); 1Cor 10, 23. 27-33; Mt 9, 14-15
Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore. (Ct 5, 2a).
L’amore non ha a che fare solo con la coscienza o con la stretta razionalità: l’amore trasforma la persona tanto nel profondo da caratterizzare ogni suo aspetto, ogni suo momento. Per questo motivo, anche durante il sonno l’amata è attiva, perché l’amore che la caratterizza non si interrompe, è come se il suo cuore fosse sveglio. A quanto espresso a proposito dell’amore fa eco il salmo 16, 7 «Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce»: nulla può interrompere il rapporto con il Signore, è una dimensione vitale e strutturale, il flusso stesso della vita. Riconoscerlo, non corrisponde però all’abbandonarsi inerti a quel flusso, ma a scegliere in prima persona in quale modo far sì che quella relazione vitale emerga rispetto alle tante distrazioni.
Preghiamo
Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Le lacrime sono il mio pane giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?».
dal Salmo 41 (42)

