Almanacco liturgico Il Santo del giorno Il Vangelo di oggi Agenda dell'Arcivescovo
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Lunedì della settimana della I Domenica dopo Pentecoste

16 Giugno 2025

ALL’INGRESSO  
Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi;
usa misericordia con il tuo servo.

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA
Ascolta, o Dio di misericordia, la voce della tua Chiesa: donale di superare le ricorrenti avversità della storia e di vivere in pace, libera e fiduciosa al tuo servizio.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

LETTURA Es 1, 1-14
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Questi sono i nomi dei figli d’Israele entrati in Egitto; essi vi giunsero insieme a Giacobbe, ognuno con la sua famiglia: Ruben, Simeone, Levi e Giuda, Ìssacar, Zàbulon e Beniamino, Dan e Nèftali, Gad e Aser. Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe si trovava già in Egitto. Giuseppe poi morì e così tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d’Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e molto forti, e il paese ne fu pieno. Allora sorse sull’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi. Cerchiamo di essere avveduti nei suoi riguardi per impedire che cresca, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». Perciò vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati, per opprimerli con le loro angherie, e così costruirono per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses. Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva, ed essi furono presi da spavento di fronte agli Israeliti. Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d’Israele trattandoli con durezza. Resero loro amara la vita mediante una dura schiavitù, costringendoli a preparare l’argilla e a fabbricare mattoni, e ad ogni sorta di lavoro nei campi; a tutti questi lavori li obbligarono con durezza.

SALMO Sal 102 (103)

Benedetto il Signore, salvezza del suo popolo.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia. R

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele. R

VANGELO Lc 4, 14-16. 22-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria».

DOPO IL VANGELO  
I miei giorni sono come ombra che declina,
come l’erba tagliata inaridisco.
Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA
Stendi la tua mano pia e paterna, o Dio di bontà, sul popolo che ti invoca; donaci di vincere il terrore della prepotenza umana, confortaci con la speranza della vita immortale e guida i nostri passi sulla via della tua legge verso la gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore. Amen

SUI DONI
Accogli benigno, o Dio, la nostra invocazione ed esalta le nostre povere offerte con la gloria della tua divina presenza, perché sia da te avvalorata l’umile semplicità del nostro servizio.
Per Cristo nostro Signore. Amen

PREFAZIO
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre, qui e in ogni luogo, a te, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. È giusto esaltare la tua gloria con quest’offerta sacrificale che in tutta la terra si eleva dalla sparsa moltitudine delle genti e per la forza del tuo Spirito diventa in ogni celebrazione l’unico santo Corpo del Signore. E anche noi, che in tutto il mondo siamo invitati alla comunione di questo pane e di questo calice, abbiamo la certezza di inserirci in Cristo come membra vive e di formare un’unica Chiesa. Per questo mistero di grazia, uniti a tutte le creature che ti riconoscono Padre, con voce unanime innalziamo l’inno di lode: Santo…

ALLO SPEZZARE DEL PANE
Il pane di vita è spezzato,
il calice è benedetto.
Il tuo Corpo ci nutra, o Dio nostro,
il tuo Sangue ci dia vita e ci salvi.

ALLA COMUNIONE  
Finché avrò vita canterò al Signore,
finché esisto, voglio inneggiare a Dio.
A lui sia gradito il mio canto,
in lui sarà la mia gioia.

DOPO LA COMUNIONE
Nutra, o Dio, la nostra vita interiore questo pane divino, di cui ci siamo saziati, e siano efficace rimedio a tutti i nostri mali il Corpo e il Sangue di Cristo, tuo Figlio.
Per lui che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen