MARTEDÌ DELLA SETTIMANA DELLA III DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
LETTURA
Lettura del libro del Siracide 44, 1; 48, 15b-21
Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, / dei padri nostri nelle loro generazioni. / Il popolo non si convertì / e non rinnegò i suoi peccati, / finché non fu deportato dal proprio paese / e disperso su tutta la terra. / Rimase soltanto un piccolissimo popolo / e un principe della casa di Davide. / Alcuni di loro fecero ciò che è gradito a Dio, / ma altri moltiplicarono i peccati. / Ezechia fortificò la sua città / e portò l’acqua nel suo interno; / con il ferro scavò un canale nella roccia / e costruì cisterne per l’acqua. / Nei suoi giorni Sennàcherib fece una spedizione / e mandò Rapsache; / alzò la sua mano contro Sion / e si vantò spavaldamente nella sua superbia. / Allora si agitarono loro i cuori e le mani, / soffrirono come le partorienti. / Invocarono il Signore misericordioso, / tendendo le loro mani verso di lui. / Il Santo li ascoltò subito dal cielo / e li liberò per mezzo di Isaia. / Egli colpì l’accampamento degli Assiri, / e il suo angelo li sterminò.
SALMO
Sal 77 (78)
® Splendido tu sei, o Signore.
Peccarono ancora
e non ebbero fede nelle sue meraviglie.
Allora consumò in un soffio i loro giorni
e i loro anni nel terrore.
Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a Dio. ®
Ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore;
lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza. ®
Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore;
ricordava che essi sono di carne,
un soffio che va e non ritorna. ®
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Marco 4, 26-34
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
[oppure Letture proprie dal Lezionario dei Santi:
Lettura
Lettura degli Atti degli Apostoli 16, 1-5
In quei giorni.
Paolo si recò a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco. Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
Salmo
Sal 95 (96)
R Gesù è il Signore; egli regna nei secoli.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. R
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!». R
Epistola
Lettera di san Paolo apostolo a Tito 1, 1-5
Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un’autentica religiosità, nella speranza della vita eterna – promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore –, a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore.
Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato.
Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Luca 22, 24-30a
In quel tempo.
Nacque tra gli apostoli una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Il Signore Gesù disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno».