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Il vissuto dei ragazzi nella catechesi

Il seme e la terra, la terra e il seme, l’uno non può fare a meno dell’altra!
La terra se non è fecondata da un seme diventa arida e incolta, il seme senza la terra non può germinare in essa, poi sbocciare, crescere e portare frutti.
Il contadino conosce i tempi e le stagioni per arare il terreno, sollevare le zolle, concimare e poi seminare. Attende con pazienza e fiducia i tempi di crescita di quanto ha seminato, se ne prende cura, innaffia il germoglio che spunta e la pianticella che si sviluppa, toglie le erbacce intorno. Molte volte è lui stesso lietamente sorpreso perché, dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme cresce e lui non riesce a spiegarselo (Mc 4,1-32).
Il tema di fondo, evocato dal titolo “Il seme e la terra”, riguarda la lettura, la comprensione e la rivisitazione del vissuto dei ragazzi nell’itinerario d’introduzione alla vita cristiana. Certamente è il Signore che semina la sua Parola, ma ha bisogno di contadini che si prendano cura della terra e del seme! La comunità educante, i catechisti in particolare, sono i contadini del campo loro affidato.   Il vissuto dei ragazzi, la terra, è una dimensione fondamentale della catechesi, che si intreccia costantemente con le altre dimensioni: la Parola di Dio, la preghiera e la liturgia, e il tessuto vitale di una comunità cristiana. Così lo è in modo particolare nel percorso diocesano CON TE!
Tutti gli educatori sono chiamati ad avere uno sguardo limpido, un ascolto attento e costante, un cuore aperto e fiducioso verso i ragazzi per intravedere, interpretare con grande sensibilità e accogliere costantemente il loro vissuto, come il terreno buono nel quale gettare e far crescere il seme della Parola.
Il testo affronta il tema da tre punti di vista diversi e complementari.
Il primo capitolo, di taglio pedagogico, mette a tema la lettura del ‘vissuto esperienziale’ del bambino e del ragazzo, le sfide educative poste dalla loro crescita e le forme di accompagnamento necessarie.
Il secondo capitolo invita a varcare la soglia del racconto e a lasciarsi portare lontano, in realtà per andare dentro se stessi, andare in profondità e abitare non superficialmente i pensieri, le emozioni, gli stati d’animo, le esperienze che possono lasciare un segno indelebile. I racconti hanno uno scopo terapeutico, suscitano e creano una possibile trasformazione e rigenerazione della vita come avveniva in molti uditori delle parabole di Gesù.
Il terzo capitolo esamina il modo con cui le dinamiche del vissuto dei ragazzi sono costantemente coniugate con le altre dimensioni del percorso dell’iniziazione cristiana dall’itinerario “Con Te!”, offrendo molteplici esempi di come questo intreccio possa avvenire.

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