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Deceduta il 24 giugno 2003

Gonella-Ida
Gonella Ida

Ida (31 maggio 1920 – 24 giugno 2003) è stata consacrata nell’Ordine delle Vergini il 31 maggio 1989 nella Cappella dell’Arcivescovado di Milano – quando ancora le consacrazioni si celebravano in forma riservata – dal suo direttore spirituale, Mons. Renato Corti, ora Cardinale e allora Vicario Generale del Card. C. M. Martini, che lo aveva delegato a celebrare il Rito.

Figlia unica, Ida era nata a Milano nella comunità di Santa Maria del Suffragio. Qui ricevette il battesimo e crebbe nella fede ricevuta dai suoi genitori, compiendo tutto il cammino scout sotto la guida del “famoso” Mons. Andrea Ghetti e partecipando sempre attivamente alla vita parrocchiale.

Insegnante di greco e latino al liceo, aveva pure insegnato presso i Seminari milanesi, sviluppando così un amore speciale per il ministero presbiterale e un’attenzione affettuosa per ciascun seminarista o prete che veniva a conoscere.

Non aveva mai pensato che il Signore la chiamasse a una consacrazione particolare: scoutismo, impegni pastorali parrocchiali e diocesani, lavoro professionale ed educativo e l’accompagnamento costante ai suoi genitori nella vecchiaia e nella malattia le erano sempre bastati.

Dopo la loro morte e l’inizio del pensionamento, conobbe l’Ordo Virginum e capì che era per lei. Certo la sua età era avanzata, ma accolse la vocazione con l’entusiasmo e la disponibilità di una ragazzina. E questo fu straordinario e ben visibile a tutti: mutò atteggiamenti, divenne molto umile, si mise alla scuola di coloro che erano state consacrate prima di lei, anche se di molto più giovani. Cambiò persino il tono della voce, che divenne più dolce, non più imperiosa come prima!

Mons. Manganini, allora delegato per l’Ordo Virginum e Segretario del Sinodo diocesano 47°, la coinvolse nella segreteria dell’assemblea sinodale. Ida mise a disposizione tutte le sue competenze, con dedizione totale e molto sacrificio.

Concluso questo gravoso impegno, cominciarono a manifestarsi i segni della demenza senile, che in alcuni anni la portò a doversi trasferire in una residenza assistita.

Visse la terribile sofferenza della perdita di tutte le sue facoltà cognitive in modo molto lucido e affidato al Signore e a Maria. Per tempo provvide a disfarsi di ciò che possedeva, dei ricordi e dei suoi beni, che lasciò al Seminario.

Ci diede come ricordo la sua “Preghiera di donazione”, che aveva consegnato nelle mani del vescovo il giorno della consacrazione:

 

Parto per una vita nuova, là dove Tu, o Dio infinitamente buono, mi attendi;

la mèta è certa, ma non conosco il cammino sul quale Tu, Signore, mi condurrai.

La salita potrà essere faticosa: mi guiderà la tua luce.

Lo Spirito Santo mi apra intelletto e cuore perché ti sappia cogliere in ogni istante sostegno e ragione del mio andare.

Porto nello zaino poche cose positive, molte negative; di queste, almeno alcune, spero col Tuo aiuto di poter perdere lungo la strada.

C’è tanto desiderio di bene, di Te,

Dio dell’amore incommensurabile, Dio che ho sempre amato pur se non ne ho sentita la risonanza gioiosa, Dio che ho sempre servito pur se non sempre con purezza di amore e donazione gratuita.

C’è la gioia di venire verso di Te per incontrarti, per penetrare nella Tua luce, per immergermi nel Tuo amore, in comunione con Te.

Mi abbandono fiduciosa a Te, certa della Tua fedeltà, perché un Padre non può tradire la Sua promessa di amore.

Nel mio abbandono, nel mio dono incondizionato, nel dono di tutto il mio essere: volontà, intelligenza, sentimenti, c’è la dolcezza del cuore, la gioia di sentirmi amata, sorretta, accompagnata, gioia di rispondere al Tuo dono di amore.

Il mio dono vuol essere sequela di Te, Gesù, fino alla fine e, per quanto sarò capace, condivisione della Tua croce offerta per la Chiesa.

Tutto affido alle mani della Tua Mamma Maria Santissima: mi insegni a vivere nascosta e trepida accanto a Te, nella partecipazione al Tuo dolore, nella certezza del Tuo amore, nel dono totale d’amore. Amen.

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