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Acutis, da beato a santo

Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Fom

In ricordo del Beato Carlo Acutis, un modello di fede giovane e autentica

Nella chiesa di Santa Maria Segreta si è ricordato il Beato Carlo Acutis con una celebrazione eucaristica diocesana. Un giovane che ispirò i coetanei e la Chiesa con la sua semplicità e devozione

di Annamaria BRACCINI

12 Ottobre 2024
Il ritratto di Carlo Acutis esposto nella parrocchia di Santa Maria Segreta a Milano durante la Notte dei Santi (Agenzia Fotogramma)

«Una figura semplice e simpatica che voleva le cose buone»», un ragazzo che aveva capito che «al  centro c’è l’Eucaristia». In una sera primaverile – quasi a dire la bellezza della primavera della vita giovane con le sue speranze – la chiesa di Santa Maria Segreta si riempie a poco a poco di gente di tutte le età, per la celebrazione eucaristica diocesana, presieduta dal vicario generale monsignor Franco Agnesi, nella memoria liturgica del beato Carlo Acutis (12 ottobre la data esatta), che fu parrocchiano in questa comunità in una delle zone più eleganti di Milano.

La staffetta di preghiera

È il giorno dell’avvio del cammino proposto dalla Fondazione degli Oratori Milanesi con cui si intende sottolineare la straordinaria ordinarietà del giovane Acutis, scomparso a soli 15 anni per una leucemia fulminante il 12 ottobre 2006 – era nato a Londra il 3 maggio 1991 –, del quale è stata annunciata da papa Francesco, lo scorso 1 luglio, la canonizzazione che si svolgerà, con ogni probabilità, all’interno dell’anno giubilare 2025.

Un modello, ormai in molte parti del mondo, questo beato che diceva, con una semplicità disarmante e una sapienza degna dei Padri, «L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo», indicando ai suoi coetanei (ma anche agli adulti), la via maestra da seguire per una fede capace di andare al cuore del mistero. Una fede che, in lui, non ebbe, infatti, niente di devozionalistico o sdolcinato. Insomma, un santo, ma non da «santino», non a caso chiamato da subito «il santo 2.0» per la sua abilità nel comunicare il Vangelo sulla rete e con i moderni mezzi della comunicazione.

E a testimoniare la consapevolezza di ciò che questo giovane esuberante e allegro, può rappresentare per i coetanei e l’importanza di tale esemplarità per l’intera Chiesa ambrosiana, nelle stesse ore della Messa diocesana, anche in ognuna delle sette Zone della Diocesi i rispettivi Vicari episcopali, ospitati in altrettanti oratori, hanno fatto memoria di Carlo, incontrando gli dolescenti e preado di oggi.  Un esemplarità, quella del futuro santo, sottolineata della consegna da parte di monsignor Agnesi nelle mani del vicario parrocchiale dell’Unità pastorale di Lurago d’Erba e Lambrugo, don Marco Cesana, della reliquia “ex corpore” di Acutis, posta per l’occasione in altare maggiore e normalmente conservata in “Santa Maria Segreta”.

Un gesto di alto significato evocativo con cui è iniziata la “staffetta di preghiera” che terminerà con la canonizzazione, e che, di settimana in settimana, porterà in diversi oratori ambrosiani (www.chiesadimilano.it e eventifom@diocesi.milano.it) la reliquia stessa, con una lista di richieste già quasi completa per i prossimi mesi. Dopo i primi oratori di Lurago e Lambrugo, da giovedì prossimo la reliquia sarà presso la parrocchia di Golasecca in Zona pastorale II-Varese.  

La celebrazione diocesana 

E proprio dal riferimento alla devozione per Carlo già ampiamente diffusasi, prende avvio la Messa, con l’animazione musicale del Coro interparrocchiale di Milano, concelebrata da sei sacerdoti, tra cui  il parroco di “Santa Maria Segreta”, don Maurizio Corbetta, ha porge il saluto di benvenuto, presenti nelle prime file, i preadolescenti e adolescenti del decanato di San Siro Sempione Vercellina con i loro educatori, ma anche tanta gente, tra cui alcuni docenti che ebbero Acutisalunno presso gli Istituti delle Suore Marcelline e “Leone XIII”.

Carlo è un amico di Dio che teniamo caro, che sentiamo nostro e che continua ad accompagnarci, come testimoniano i tanti oratori che vengono a visitare la sua reliquia. Abbiamo tutti il desiderio di cogliere la sua scintilla di vita e di fede», osserva don Corbetta.

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«Siate originali e portate frutto»

«Ciascuno ascolti le risonanze che ha nel proprio cuore avendo incontrato Carlo», aggiunge il Vicario generale in riferimento alle Letture appena proclamate. «Il I Libro del Levitico ci dice: “Siate santi”, ma Carlo forse avrebbe detto “Siate originali e non fotocopie”, con una sua espressione ormai famosa, perché non c’è un malvagio che non sia simile ad un altro, ma non c’è un santo che sia uguale all’altro. Il suo è uno sguardo alla vita e alle persone che nasce dalla certezza di essere amati dal Signore».

Poi, il richiamo alla Lettera paolina ai Romani – “sappiamo che tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”-, che spiega come «ciò che abbiamo di più profondo sia il desiderio di felicità e di far felice chi abbiamo vicino. Lo Spirito, dice san Paolo, ci dà felicità perché porta a vedere le cose come le vede Dio. Ecco cosa fa lo Spirito santo, la tua felicità», nota ancora Agnesi, rivolto anzitutto ai più piccoli: «perché vuole che tu desideri la felicità che è sempre condivisa ed è fatta di attenzione, di reciprocità, di vicinanza. Quella felicità che ha reso felice Carlo».

Infine, la pagina di Giovanni al capitolo 15. «Il Vangelo ha detto “Portate frutto e per farlo bisogna rimanere, ma il segreto che ci porta Carlo è di rimanere sapendo che il Signore c’è. L’amore perl’Eucaristia è perché il Signore c’è sempre e da qui può venire il frutto, facendo vedere che si puòdare speranza e ci si può fidare. Di questa speranza abbiamo tanto bisogno. Nell’Eucaristia, nella Messa, nella preghiera, domandiamoci quale frutto possiamo offrire ogni giorno perché in qualcun altro nasca la fiducia. Siate originali: non fate le cose malvagie che fanno tanti».

La “Notte dei Santi”

A conclusione – nella preghiera dei fedeli si prega per la pace, «perché il Signore chiami tutti a essere operatori di pace» e affinché «tanti ragazzi si lascino contagiare da Gesù e convincere dalla santità», l’attesa consegna della reliquia che parte, accompagnata da un nutrito drappello di ragazzi verso i primi oratori che la ospiteranno in questi giorni, mentre si ricorda, anche a nome di don Stefano Guidi, direttore della Fom, che gli adolescenti saranno protagonisti della celebrazione di Carlo Acutis nella prossima “Notte dei Santi”, il tradizionale incontro serale del 31 ottobre, vigilia della solennità di Tutti i Santi. Durante l’evento, i gruppi di adolescenti si confronteranno con la santità di Carlo, ascoltando testimonianze e percorrendo le stesse strade di Milano che lui ha attraversato quando frequentava l’Istituto delle Marcelline, il Leone XIII e la parrocchia di Santa Maria Segreta, dove si fermava ogni giorno per la preghiera e la Messa.

E tornano, allora, alla mente le parole di monsignor Gianfranco Poma, che fu qui parroco di Carlo. «Nessuna ostentazione, nessuna inclinazione al apparire speciale, nessun volontarismo mirato a costruire per sé un’immagine di supremazia. Al contrario, Carlo appariva sempre a proprio agio nel lasciare trasparire integrità, gusto per la vita, semplicità di modi e di linguaggio. Un ragazzo franco e affettuoso». Un tralcio, radicato nella vite che è il Signore, innamorato della vita e che, appunto per questo, porta e porterà sempre frutto.  

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