Arriva in sala Father Mother Sister Brother, il nuovo film di Jim Jarmusch vincitore del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia, e non ha la forma che ci si aspetterebbe da un’opera così premiata.
Rispettando il suo stile minimalista e di realismo surreale, la regia di Jarmusch propone tre episodi uniti tra di loro solo da rimandi visivi e tematici. Si lavora in sottrazione, per parlare degli affetti famigliari e di quanto possano essere complicati e belli attraverso i vuoti che creano.
La trama
In Father Jeff (Adam Driver) ed Emily (Mayim Bialik) stanno per passare un pomeriggio con loro padre (Tom Waits), ma non sanno bene perché. Il tempo con lui è interminabile e imbarazzante (che grande capacità ha Jarmusch di ricreare il disagio). Ogni argomento si esaurisce in pochi minuti, il genitore cerca di essere accogliente, ma cosa nasconde?

L’episodio successivo si intitola Mother. Anche qui la tensione è palpabile. Charlotte Rampling interpreta una ricca scrittrice che accoglie in casa le figlie. I movimenti e le battute richiamano il primo segmento, ma la prospettiva è ribaltata. È la madre che dovrà scoprire, suo malgrado, ciò che passa nella vita delle figlie. Si riuscirà a instaurare il difficile canale di comunicazione?
Sister Brother, l’episodio che chiude il film parte dal dolore di due gemelli che devono tornare nella casa in cui sono cresciuti. L’assenza non è del dialogo, questa volta, ma è dei genitori morti in un tragico incidente. Le affinità sono perfette, quasi telepatiche questa volta.
Tre affascinanti cortometraggi
I luoghi richiamano storie, emozioni, legami. C’è poco di più nei singoli frammenti. Prendendoli isolati dal resto sono degli affascinanti cortometraggi. Quando li si vede nella versione completa (il titolo Father Mother Sister Brother nasce appunto dall’unione dei tre capitoli) ciascuno assume un senso maggiore grazie all’interazione con gli altri.

È un’opera che vive di scrittura e di recitazione (non c’è un attore fuori parte), sui parallelismi e sulle simmetrie. Allo spettatore spetta un importante lavoro interpretativo, forse non da relax natalizio, ma sicuramente da un grande film che è tale perché riesce a parlare delle piccole cose che riguardano tutti.











