Summerlife giunge per molti all'ultima settimana prima della chiusura in agosto e della riapertura a settembre. Alcuni oratori hanno programmato anche di andare avanti fino al 7 agosto e altri stanno proponendo diverse attività nel rispetto dei protocolli. Sono tantissime le comunità che non si sono fermate e hanno lasciato un segno indelebile nella storia degli oratori.


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Attenzioni e creatività: sono queste le parole che più di altre potrebbero sintetizzare l’eccezionale Estate Ragazzi 2020, preannunciatasi come tutta da inventare ma anche tutta da vivere.
Attenzioni per garantire tutte quelle condizioni necessarie alla riapertura, richieste quest’anno dai protocolli per la sicurezza e la cura dei ragazzi.
Creatività: la formazione e la passione educativa dei responsabili e degli educatori ha permesso di organizzare un progetto capace di accompagnare responsabilmente ragazzi e famiglie durante questo inedito tempo estivo, da giugno fino a settembre.

Lo stile ha portato i nostri oratori a fare squadra e a percorrere con coraggio strade nuove, ascoltando le fatiche, spesso anche inespresse, di ragazzi e adolescenti, ed il loro bisogno di socialità dopo il lockdown, aiutandoli a rileggere questa esperienza per ritrovare fiducia e speranza nel futuro.

Sul finire di luglio, raccontiamo altre esperienze di oratori che ci testimoniano, con stupore e gratitudine, la bellezza di queste settimane di Summerlife vissute insieme ai ragazzi, rese possibili grazie alla riscoperta di preziose risorse all’interno della comunità e sul proprio territorio. Diverse realtà, intanto, già guardano a settembre, per organizzare una proposta con attività dedicate e offrire un rilancio prima dell’inizio della scuola.

 

RHO
Per il bene dei ragazzi

«Inizialmente aleggiava un po’ di timore e la domanda “Ma ce la faremo?”, e anche oggi rimane un po’ di paura, per la situazione incerta, e qualche fatica – rivela don Alberto Rivolta, vicario parrocchiale – Ma abbiamo preso in mano la situazione e anteposto la bontà della proposta: cosa faceva bene ai ragazzi». Sette oratori della città di Rho hanno avviato l’esperienza, partendo insieme il 29 giugno – pur con modalità differenti – sollecitati dalla riflessione di sacerdoti e religiose. Numeri diversi dagli altri anni, ma che hanno portato ad accogliere 300-400 ragazzi, che «non si poteva lasciare a loro stessi».

All’Oratorio San Carlo di Rho, sette gruppi tra ragazzi di elementari e medie, composti da 50 ragazzi più sette responsabili e una quindicina di animatori, vivono l’esperienza di Summerlife con una proposta che li tiene impegnati per l’intera giornata. «Per far loro comprendere la necessità di attenerci alle norme, il primo giorno, abbiamo sporcato le mani e “toccato in giro”, mostrando loro concretamente come qualcosa di invisibile può lasciare però traccia sui materiali e negli ambienti che usiamo: da qui la necessità frequente di pulire, igienizzare, sanificare. Dopo averli aiutati a prendere consapevolezza dei rischi e delle attenzioni, abbiamo cercato di riassaporare, nel rispetto dei protocolli, una sorta di normalità in un periodo che possiamo definire “speciale”, cercando di convivere con questa situazione e usando il tempo positivamente. Piccoli gruppi, una modalità diversa da quella cui si era abituati, adolescenti che non avevano ancora compiuto 16 anni impegnati, a distanza, in animazioni e balli, proporre giochi ma anche pulizie e sistemazioni; tanti laboratori, pensati con fantasia, e anche gite ad Acquatica Park. La preghiera occupa un posto importante e viene vissuta in un modo più specifico, nel gruppo, attraverso la drammatizzazione di alcuni brani del Vangelo – come la parabola del seminatore, le Nozze di Cana, ma anche riflessioni legate al Creato e sulla “Laudato si’”, legandole ad alcuni gesti, es. coltivando piante con i ragazzi e regalando a tutti le borracce per non inquinare – che coinvolge molto soprattutto i bambini più piccoli».

 

BUSTO ARSIZIO
Una progressiva crescita di entusiasmo

«10 oratori si sono attivati, a Busto Arsizio, radunando più di 700 ragazzi e 350 animatori – commenta all’Oratorio S. Luigi don Giovanni Patella, responsabile della Pastorale Giovanile cittadina – Ci siamo dati criteri pratici per accogliere chi desiderava partecipare, condiviso modalità di animazione e laboratori, coordinandoci per l’utilizzo dei parchi del centro, per aiutare i ragazzi a riappropriarsi della città, riabitando gli spazi, riscoprendo la natura. Dopo i primi giorni di smarrimento, è ripartito (esploso proprio!) il desiderio di voler stare insieme. È avvenuta una progressiva crescita di entusiasmo, che mai avrei pensato. Un popolo si è mosso, coinvolgendo adulti, educatori, animatori. Alcune società sportive si sono anche rese disponibili a creare due proposte laboratoriali sui loro campi, una più legata al calcio e una più legata al basket. E tanti laboratori creativi: acchiappasogni, braccialetti etnici, aquiloni, sassi colorati, biglietti pop-up, maracas, disegni in rilievo, ecc. Diversi genitori sono rimasti contentissimi della nuova modalità, vissuta come occasione e opportunità preziosa di gustare la bellezza di un tempo più rallentato e più personalizzato, che arricchisce anche noi. Dobbiamo recuperare tutti un’andatura più lenta, altrimenti rischiamo di implodere e di correre in maniera esagitata. I bambini ci insegnano il valore dei piccoli passi».
«Questa estate inedita ha portato i ragazzi a creare un rapporto più personale e più profondo, rinnovando il coinvolgimento e la possibilità di approfondire – spiega il parroco don Maurizio Bianchi, con suor Patrizia, riferendosi all’Oratorio SS. Apostoli – Gli animatori si sono organizzati tra di loro, con entusiasmo e gratuità, per i turni tra mattina e pomeriggio».
Anche all’Oratorio S. Giuseppe, don Giuseppe Tedesco, parroco che si occupa tanto di oratorio, come lui stesso si definisce, spiega che: «Grazie alla collaborazione e alla disponibilità degli adulti, abbiamo dedicato molto tempo al gioco, dovevano recuperare! I ragazzi avevano una grande sete di gioco e di socialità, da vivere in sicurezza, e hanno assaporato moltissimo l’esperienza dell’oratorio, felici di ritrovare gli amici». «In questa estate “surreale” – aggiunge don Claudio Fossa, per l’Oratorio S. Luigi di Sacconago – Ho visto molti animatori “venire fuori” in maniera bella e inattesa: quest’anno non ti potevi mettere in seconda linea, se c’eri c’eri al 100% ed eri chiamato a responsabilità inevitabili. La preghiera, con tempi più dilatati, nel piccolo gruppo, è vissuta più profondamente: abbiamo seguito il percorso Summerlife, accompagnando i ragazzi nella cappella, per vivere meglio il momento. La presenza, discreta, degli adulti, oltre all’apporto fattivo e concreto in più, apre un elemento di riflessione, in prospettiva, sul loro coinvolgimento nella proposta estiva».

La visita dell’Arcivescovo di martedì 21 luglio, agli Oratori di Busto Arsizio Maria Regina, SS. Redentore, S.Filippo, S. Giuseppe, S. Edoardo, S. Croce, S. Luigi, S. Cuore e SS. Apostoli, con S. Luigi di Sacconago e Pier Giorgio Frassati di Borsano, pur in una situazione strana, «con i ragazzi divisi negli spazi predisposti», ha portato, per don Maurizio Bianchi, una grande gioia: i bambini sono tornati a casa contenti, con la preghiera regalata e affidata dall’Arcivescovo.
«La sua presenza ci ha rinvigorito e ci siamo sentiti ricolmati di fiducia, una vera benedizione – sottolinea don Giovanni Patella – Dobbiamo cogliere questo dono e rispondere con il nostro bene ed entusiasmo».

 

MILANO
Percorsi ad hoc, curando i contenuti

«Dopo una prima comunicazione, attraverso i canali della parrocchia, per capire chi era interessato e potevamo accogliere, abbiamo strutturato un’esperienza con turni di mezza giornata, sia per i bambini della Scuola primaria, sia per i ragazzi delle medie, grazie alla collaborazione di educatori, molti adulti e animatori – spiega Giusy Valentini, ausiliaria diocesana, che, con il parroco don Paolo Selmi, l’educatrice professionale Ilaria ed educatori volontari, coordina l’Oratorio S. Luigi della Parrocchia Beata Vergine Assunta in Bruzzano di Milano – La struttura settimanale prevede due momenti per équipe: organizzativi per preparare i “gioconi” e di condivisione sugli aspetti positivi e negativi più rilevanti. Ci hanno dato la prospettiva». In totale sono 130 gli iscritti con 6 gruppi al mattino e 7 al pomeriggio: «gli adolescenti si sono messi a servizio con generosità, e per loro abbiamo organizzato serate dedicate, dopo questo tempo faticoso avevano il desiderio di ritrovarsi! Attività all’aperto hanno coinvolto i ragazzi in giochi organizzati, a stand, e laboratori, come il murales con la scritta “Summerlife” realizzato dai ragazzi di terza media, ma anche lavori di ristrutturazione in oratorio, con i più grandi. Abbiamo vissuto con i ragazzi preadolescenti anche un’esperienza al Centro Diurno Disabili Fondazione Aquilone di Bruzzano, con piccoli servizi e incontri con la fragilità, grazie agli educatori della comunità. Per tutti tanto gioco e divertimento, film, laboratori e la preghiera legata alla novità del Vangelo – incentrata su alcune tematiche: fasciare le ferite, chinarsi, spezzare il pane, camminare con, guardare l’altro, ecc – con un gesto concreto da vivere a gruppi. Questa modalità, imposta, ha permesso di strutturare percorsi ad hoc considerando i ragazzi iscritti, creando una relazione ragazzi-animatori molto positiva, che ha valorizzato molto i rapporti, permettendo inoltre di curare di più i contenuti, con percorsi più precisi. Ne è emersa, inaspettata e bella, una grande voglia di vita, sia nei bambini sia nei ragazzi!»

 

GERENZANO
Focus sui preado

La condivisione tra coadiutori e parroci del Decanato di Saronno, prima online e poi in presenza, appena se ne è avuta la possibilità, ha portato a strutturare una proposta tramite una piattaforma online per i bambini delle elementari, «Tenendo compagnia ai bambini e alle loro famiglie, al termine dell’attività didattica, coinvolgendoli con sfide, ricette, tutorial balli, preghiere. […] Le titubanze iniziali sulla complessità delle norme sono state superate grazie alla formazione proposta con i webinar “New edition” e la lettura approfondita dei protocolli – introduce don Claudio Robbiati, coadiutore all’Oratorio S. Filippo Neri – Ci siamo messi in pista con il desiderio di concentrare le forze per prediligere i preadolescenti, i “futuri animatori”, attivando con loro gli animatori attuali; una fascia d’età delicata, che ha vissuto il periodo del lockdown nell’isolamento, perdendo a volte i contatti con i coetanei e trascorrendo molto tempo con i videogiochi. Se son saltate le Olimpiadi di Tokyo, le Olimpiadi sono state vissute a Gerenzano: ogni gruppo ha scelto il nome di una nazionalità di riferimento, partecipando un giorno a settimana, il venerdì, a diverse discipline, con premiazioni ufficiali per le diverse specialità.
30 ragazzi, divisi in gruppi e ogni gruppo suddiviso in due squadre con gli animatori under 16 anni come capisquadra, seguiti da 25 animatori, operatori e volontari: in un ritmo più lento e tranquillo, sono stati recuperati i giochi in scatola, le carte, poi laboratori (es. decorazione di appendiabiti, borsette), sfide a battaglia navale, giochi di enigmistica e, nei giorni più caldi, con l’acqua. Ma anche la preghiera, riscoprendo le preghiere della tradizione (in particolare l’Angelus) e un tempo personale per le confessioni. Il piccolo gruppo ha dato l’opportunità di relazionarsi meglio e conoscersi di più. Si è creata una grande familiarità, rivolgendo attenzioni al singolo ragazzo: il limite del gruppetto è diventato un’occasione e le norme cui attenersi una lezione di responsabilità».

 

 

CESANO MADERNO
L’unione fa la forza

«Condivise le paure con don Francesco Castiglia e gli altri responsabili, cinque educatori del progetto Giovani Insieme, un educatore di Pepita, il seminarista Riccardo, tre suore – racconta don Simone Sormani, vicario della Comunità pastorale Pentecoste, responsabile della Pastorale giovanile e dell’Oratorio Don Bosco – è nato il desiderio di un cammino comune, una proposta a livello cittadino, perché “l’unione fa la forza”, mischiando anche animatori ed educatori sulle due Comunità pastorali, per un’esperienza totalmente nuova che inizialmente ha generato fatica e perplessità ma poi è stata apprezzata molto, dalla maggior parte delle persone coinvolte, in maniera più intensa rispetto all’Oratorio estivo tradizionale. Relazioni autentiche con la modalità dei gruppi: una profondità di legame e una stima reciproca difficili da creare con i grandi numeri; con una grande accortezza e cura verso i bambini più piccoli o più fragili, per aiutarli a farli sentire a casa, come è avvenuto con un ragazzo con disabilità seguito da un educatore professionale. Giochi particolari, come water ball e la partecipazione a laboratori più sportivi o creativi e artistici – riscoprendo alcune proposte, come traforo o colorare la maglietta – hanno coinvolto tutti. Un Oratorio diverso: messe da parte le gite tradizionali, abbiamo recuperato la bellezza delle uscite di una volta, le biciclettate al parco di Monza, l’uscita in treno fino ad Asso con il bagno nel lago. Unendoci, scardinando i confini delle parrocchie, sperimentando un valore importante. Il frutto di questa esperienza l’ha riassunto il parroco don Stefano Gaslini: i bambini ed i ragazzi si guardavano in faccia l’un l’altro, chiamandosi per nome, senza considerare l’oratorio di provenienza».

 

 

 

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