Dalle sponde di Lampedusa a quelle del Lago di Lecco, dopo aver ricevuto nuova vita nel laboratorio di liuteria del carcere di Opera. È la metamorfosi del legno dei barconi dei migranti, trasformati negli strumenti dell’Orchestra del Mare e saliti ormai sui palchi di tutto il mondo. Il prossimo concerto sarà nel carcere di Sing Sing, a New York, dopo che un detenuto ne ha conosciuto la storia. Prima, un violoncello suonerà per i giovani della Diocesi, nella serata del Festival della Speranza a Lecco.
Momenti in cui tutto ciò che sarebbe stato scartato diventa fonte di bellezza. Una metamorfosi che non si limita ai legni delle barche, ma di cui possono essere protagonisti in prima persona le stesse persone migranti, «considerate una massa da tenere lontana da noi; così come le persone detenute, spesso giudicate dall’opinione pubblica senza alcuna pietà cristiana, mentre l’articolo 27 della Costituzione ci dice che le pene non devono essere disumane, ma tendere alla rieducazione del condannato», riflette Arnoldo Mosca Mondadori, pronipote del fondatore della casa editrice milanese e presidente della Casa dello Spirito e delle Arti. Fondazione con cui, dall’Orchestra del Mare ai laboratori per produrre le ostie che diventeranno poi l’Eucarestia, desidera testimoniare «l’infinita bellezza e l’infinita dolcezza di questo Essere Vivente che è Gesù e che è presente qui, sulla terra».

Ai giovani che il 21 giugno si incontreranno a Lecco un «violoncello del mare» porterà dunque con la sua musica le storie di chi ha viaggiato su queste barche. Perché, «mentre tutti speriamo che non arrivi più nessun barcone e che queste persone possano costruire un progetto di vita nei propri Paesi d’origine – sottolinea Mosca Mondadori -, se gli arrivi continuano è deplorevole distruggere queste memorie, queste barche che hanno portato copie della Bibbia o del Corano con le pagine sottolineate, i diari e le pagelle dei bambini, altri oggetti personali».

Per questo anche il processo di recupero del legname da questi barconi, che avviene in un grande campo all’esterno del carcere di Opera, richiede un’estrema cura. E mentre il legno, a seconda della tipologia, si trasforma in un violino oppure nei grani di un rosario, questo passaggio può cambiare anche la vita dei detenuti. Come è avvenuto per Andrea, una delle persone addette a questo recupero a Opera, che proprio da esso ha tratto l’ispirazione per un monologo, lo Spaccabarche, in cui ha riletto la sua vita con queste parole: «Come queste barche si possono trasformare in strumenti musicali, anch’io posso cambiare, posso diventare un’altra persona». E Mosca Mondadori testimonia che la musica di questi strumenti – diretti anche da Riccardo Muti proprio a Lampedusa nell’estate scorsa – riesce a trasformare anche il pubblico, toccando l’anima di chi ascolta, al di là della provenienza o della fede religiosa.

Sabato 21 giugno, sulle sponde del lago, la musica di questi strumenti accompagnerà dunque la partenza dei giovani, chi per il Giubileo a Roma, chi per altre esperienze. Giovani che, è convinto Mosca Mondadori, «sono trafitti dalle contraddizioni di questo mondo dilaniato, ma hanno anche le risorse per il cambiamento». Il passaggio necessario del mondo degli adulti, osserva, è quello dell’ascolto, un antidoto contro il rischio di fermarsi a etichettare i ragazzi: «Bisogna dare voce al loro desiderio: ascoltare il loro disagio nel trovarsi di fronte a un futuro incerto, e stimolare i loro sogni, le loro forze, i loro desideri più belli e i loro progetti per il bene del mondo».







