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Il Giubileo dei Giovani

Sirio dal 17 al 23 novembre 2025
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Testimonianze

Giovani, prendere il largo spinti dal vento della speranza

Accomunati dal tratto giubilare gli interventi che caratterizzeranno il Festival in programma il 21 giugno a Lecco, dove l’Arcivescovo conferirà il mandato ai partenti per esperienze estive. Di ciò che già compiono nelle rispettive comunità parlano un esponente di Libera, un'aclista e un membro di Pachamama

di Claudio URBANO

14 Giugno 2025
Giovani delle Acli in piazza Duomo a Milano

Appuntamento sulle sponde lecchesi del Lario per i giovani della Diocesi, nel tardo pomeriggio e nella serata di sabato 21 giugno, per ricevere dalle mani dell’Arcivescovo – e in fondo di tutti quelli che saranno presenti – un nuovo invito a “prendere il largo”, verso l’estate, ma soprattutto verso nuove esperienze di servizio, di crescita e di comunione. Come già avvenuto per la Giornata mondiale della Gioventù di due anni fa, infatti, anche quest’anno sarà Lecco a ospitare l’evento in cui monsignor Delpini consegnerà il mandato che li accompagnerà nelle esperienze estive (vedi qui il testo del mandato). Non solo a chi parte per esperienze di missione o di servizio, ma anche, quest’anno, a tutti coloro che a fine luglio compiranno il pellegrinaggio a Roma per il Giubileo dei giovani.

In sintonia con l’anno giubilare, l’appuntamento proposto dalla Pastorale giovanile diocesana in collaborazione con l’Amministrazione comunale lecchese sarà un vero e proprio Festival della Speranza, con molte occasioni di incontro da cui i ragazzi potranno ricevere nuovo slancio verso il futuro: dall’intervento di don Mattia Ferrari (cappellano della nave di soccorso ai migranti Mediterranea) alle testimonianze del Progetto Policoro di Napoli, dalla band dei giovani del Pime alla testimonianza di don Claudio Burgio (cappellano del carcere minorile di Milano) insieme ai ragazzi della Comunità Kayros (vedi qui la mappa degli eventi in città). Come recita il titolo della serata, i giovani ambrosiani saranno dunque «chiamati a guardare in alto»: un’esortazione carica di fiducia che in fondo riecheggia quel «Duc in altum» rilanciato da papa Giovanni Paolo II ai giovani dopo il Giubileo dei 2000.

Un impegno che d’altra parte può iniziare già nelle nostre città, come testimonieranno nei loro interventi i giovani delle Acli di Milano, i rappresentanti di Libera e chi vive in una comunità di famiglie a poca distanza da Varese, e allo stesso tempo segue i programmi sanitari di della Comunità di Sant’Egidio in Africa. Esperienze molto diverse tra loro, tutte però animate da una speranza che si alimenta attraverso iniziative concrete e il desiderio di coinvolgere la comunità, il proprio contesto sociale in una causa di bene.

Un gruppo di giovani di Libera

Parte da un esempio di questi giorni Gabriele Ambrosio, del presidio milanese di Libera, ricordando l’inchiesta “Doppia Curva” sui legami tra ultras e criminalità organizzata. Al di là dei reati «ci sono dinamiche di mafiosità che si possono riscontrare nelle curve degli stadi come nei rapporti al bar, o nei testi di alcune canzoni»: atteggiamenti su cui dunque vigilare fin da giovani.

E se, come ammoniva papa Francesco, le mafie ci rubano la speranza, Sofia Meroni delle Acli mette in luce, per i giovani, l’importanza di ricercare la giustizia sociale. Pace, Europa e naturalmente il lavoro sono per i giovani delle Acli i tre ambiti privilegiati di impegno, ai quali Meroni invita a guardare con speranza. Per esempio considerando le tante opportunità che gli stessi giovani hanno all’interno dello spazio europeo, ma anche insistendo sul lavoro come vocazione e possibilità di crescita, allontanando quindi le distorsioni dello sfruttamento, del lavoro nero o anche una visione del lavoro legata solamente alla dimensione della sopravvivenza. Spendersi in questa direzione significa, mette in luce la giovane delle Acli, «considerare il futuro non come qualcosa da aspettare, ma da preparare insieme», e tradurre dunque la speranza in un impegno concreto. Dunque essere cittadini consapevoli, prendere posizione, riconoscere il valore del voto politico. 

Un evento di Comunità Efraim a Villa Restelli

A intervenire sarà anche Davide Brambilla, nella doppia veste di biologo e supervisore di laboratorio del progetto Dream della Comunità di Sant’Egidio (che da anni in Africa si occupa della cura dell’Hiv e di altre patologie) e di membro della comunità di famiglie Pachamama di Olgiate Olona – nata dalla comunità Efraim, una delle prime esperienze di vita comune per i giovani della Diocesi – che hanno scelto come orientamento e regola di vita l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. Brambilla indicherà quindi l’orizzonte della comunità e dell’aiuto reciproco come antidoto a una visione del mondo spesso segnata dall’individualismo e dalla solitudine, di cui proprio i giovani rischiano di essere vittima. Ma, è il suo invito, proprio «guardare all’altro come misura della nostra vita è qualcosa che ci riporta speranza».

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