Share

In Duomo

Pace, la preghiera dei cristiani di Milano

A 90 anni dallo sterminio degli ucraini voluto da Stalin, e con il pensiero alla guerra di oggi, domenica 20 novembre, alle 15, momento di raccoglimento alla presenza dell'Arcivescovo e del Vicario generale dell’Esarcato apostolico per i cattolici ucraini di rito bizantino, con la partecipazione del Consiglio delle Chiese cristiane della città. Diretta web

di Annamaria BRACCINI

14 Novembre 2022
L'Arcivescovo e alcuni membri del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano durante la preghiera ecumenica per la pace svoltasi l'11 aprile scorso

Una preghiera nel nome della pace, per chiederla, implorarla come cristiani. È quella che si svolgerà in Duomo domenica 20 novembre, dalle 15, con la presenza dell’Arcivescovo e del Vicario generale dell’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia, padre Teodosio Roman Hren, OSBM.
La preghiera potrà essere seguita in diretta su www.chiesadimilano.it e youtube.com/chiesadimilano.

«Tempo fa l’Esarca dell’Esarcato apostolico d’Italia, il vescovo Dionisij Ljachovič, ci chiese se si sarebbe potuta celebrare una preghiera in Cattedrale per ricordare il terribile sterminio per fame del popolo ucraino voluto da Stalin tra il 1932 e il 1933, noto come  Holodomor, che causò diversi milioni di morti. Senza, naturalmente, dimenticare quanto sta accadendo oggi in Ucraina», spiega il diacono permanente Roberto Pagani, responsabile del Servizio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo. Era prevista anche la partecipazione del vescovo Ljachovič, che però non potrà prendere parte alla preghiera per motivi di salute.

Quindi un’invocazione per fare memoria del passato, ma anche per sottolineare ciò che sta accadendo oggi…
Sì. Infatti, una volta recepita la richiesta – una simile preghiera era già stata celebrata in Duomo con l’Arcivescovo nel novembre 2017, nell’85esimo anniversario dell’Holodomor – abbiamo pensato che fosse significativo ampliare la preghiera a tutte le 19 Confessioni cristiane presenti nella nostra Diocesi e così è stato coinvolto, nell’organizzazione, il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, che ha subito aderito in ogni sua componente, compreso il Patriarcato di Mosca.

Come si svolgerà la celebrazione?
Prima del momento in Duomo, presso la vicina Basilica di Santo Stefano avrà luogo alle 12 una divina liturgia per la quale sono attesi tra i 1500 e i 2000 fedeli greco-cattolici. Poi, in processione, ci si sposterà in Cattedrale dove si pregherà in più lingue e, a conclusione, dopo una riflessione dell’Arcivescovo e il saluto finale dell’esarca Ljachovič, verrà eseguito il canto Sub Tuum praesidium (Sotto la Tua protezione), comune al rito ambrosiano e a quello bizantino e ortodosso. Tutti i rappresentanti delle Chiese benediranno, infine, l’assemblea dall’altare maggiore così come accade l’1 gennaio di ogni anno.

A sottolineare l’importanza della preghiera è anche la presidente del CCCM, la pastora titolare della Chiesa valdese di Milano, Daniela di Carlo, che porgerà il saluto iniziale.
(Clicca qui per consultare il Libretto liturgico della celebrazione)

Come Consiglio delle Chiese intendete offrire una testimonianza corale?
Senza dubbio. A noi e al Forum delle Religioni, che pure sarà presente, è parso fondamentale impegnarsi e lanciare un messaggio, anche oltre ciò che sta succedendo in Ucraina. Vogliamo essere realmente facitori di pace, trasformando la fede comune che abbiamo in Cristo in opere concrete che incentivino, laddove è possibile, il dialogo. Il mio saluto andrà in questa direzione. Dobbiamo renderci conto che il mondo non sembra in grado di costruire una società in cui le diversità vengano riconosciute come ricchezze gli uni per gli altri. Al contrario, ci sono continuamente guerre per accaparrarsi risorse, terre, per esercitare il proprio dominio. Ci piacerebbe che si riuscisse, invece, a condividere ciò che appartiene a tutti, senza lasciare indietro nessuno.

Che cosa fu l'Holodomor

Il termine Holodomor deriva dall’espressione ucraina moryty holodom, che significa «infliggere la morte attraverso la fame». Sta a indicare la grande carestia che si abbatté sul territorio dell’Ucraina negli anni 1932-1933. Secondo la storica Giovanna Brogi, professore ordinario di Slavistica nell’Università di Milano e presidente dell’Associazione italiana di Studi ucraini, la tragedia fu un deliberato strumento pianificato dal regime sovietico di Stalin per distruggere le tradizioni e l’identità nazionale del popolo ucraino: in 17 mesi morirono direttamente o indirettamente tra i 4 e i 12 milioni di persone, la maggior parte delle quali erano bambini.