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Incontro di Formazione Permanente con Laura Gusella

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Domenica 15 gennaio 2023 le consacrate dell’Ordo Virginum si sono incontrate a Milano presso la Basilica di Sant’Ambrogio, nell’ambito del cammino di formazione permanente, per approfondire il tema della preghiera di intercessione.

La giornata, preparata nel mese precedente da condivisioni a tema svoltesi nei gruppi di Zona, si è incentrata su una relazione proposta da Laura Gusella, monaca della Fraternità monastica Marana-thà, nel Casentino.

Dopo una breve lectio sul Vangelo del giorno, l’episodio delle nozze di Cana, suor Laura ha iniziato la sua relazione “Volti dell’intercessione nella Bibbia”, mettendo in evidenza le caratteristiche principali della preghiera di intercessione: essa è un “camminare in mezzo”, senz’altro fra Dio e la persona per la quale si prega, ma anche fra quest’ultima e il male; dunque è un atto che ci responsabilizza e provoca, vivendo il quale ci coinvolgiamo, ci “sporchiamo le mani”, iniziando un cammino nel quale chiediamo di entrare nei sentimenti di Dio verso quella persona o quella situazione.

Queste ed altre caratteristiche sono state approfondite nell’analisi di due figure bibliche: Mosè ed Ester. Suor Laura ha dato risalto alla straordinaria libertà con la quale Mosè sta di fronte a Dio e alla sua capacità di correzione e guida del popolo: uno “stare in mezzo” sfibrante che lo porta a condividere in qualche modo il peccato del popolo, tanto da non poter entrare nella Terra Promessa, e tuttavia morendo “sulla bocca” di Dio. Ester è stata presentata come una donna coraggiosa che accetta di agire a favore del popolo, mettendo a rischio la propria vita e che, consapevole di questo, prega per sé e per il buon esito dell’azione nella quale si impegna, pur senza aver ricevuto risposta dal Signore.

Infine suor Laura ha evidenziato l’insegnamento sulla preghiera offerto dai Salmi. In essi emerge come il compimento della preghiera di intercessione sia l’immedesimazione, il diventare un tutt’uno con chi soffre. Il Salmista non prega per altri, ma per sé, prendendo dunque su di sé il dolore, la rabbia o la gioia di tutto il popolo. E come il Salmista farà Gesù, intercessore perfetto.

La ricchezza della relazione ha nutrito il tempo di riflessione personale, la celebrazione eucaristica e il tempo pomeridiano di dialogo, chiuso dalla celebrazione del Vespro.

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