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Alla luce dell'Esortazione apostolica Christus Vivit e del Sinodo dei giovani abbiamo vissuto l'incontro di formazione permanente di sabato 11 gennaio riflettendo sul rapporto giovani e consacrate

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La mattinata è stata caratterizzata dagli interventi di una monaca di Bose e di una psicopedagogista come confronto e testimonianza. L’invito rivolto a noi consacrate OV è quello di partire dalla nostra realtà, dal vissuto, per fare una mappatura dei bisogni dei giovani che ci chiedono di rinnovare la nostra umanità per essere persone credibili dentro l’esperienza quotidiana. A noi è chiesto di imparare ad osservare, per entrare in rapporto con la sofferenza (cfr. Matteo 8,14: Vangelo della suocera di Pietro); la Bibbia ci richiama alcune figure di giovani: in Genesi, la figura di Giuseppe; in Giudici, la figura di Gedeone, in 1Samuele, la figura di Samuele stesso e di Davide; in 1Re, la figura di Salomone. Questi giovani, pur lontani nel tempo, pongono domande che ci invitano a riflettere: cosa vediamo nei giovani che incontriamo? Com’è il nostro sguardo? Cosa si agita nel cuore di un ragazzo? Dov’è la sua forza? Cosa chiede Dio ai ragazzi?

L’invito per ciascuna di noi è quello di accostare i giovani nei contesti dove abitano e vivono: “ANDARE VERSO”, saper stare in mezzo a loro per cogliere la novità che portano dentro. Dobbiamo essere consapevoli che i giovani hanno dentro il gusto e il desiderio della RICERCA, hanno sete di incontri personali, desiderano cose molto profonde. E’ importante quindi vivere la gratuità dell’incontro, entrare in relazione, individuando luoghi e occasioni per stare insieme.

Nel pomeriggio la testimonianza diretta di quattro giovani ha portato una “ventata di freschezza”.

Cosa chiedono questi giovani a noi consacrate? Prima di tutto di considerare l’altro come risorsa e ricchezza per me; di vivere secondo uno stile di chiesa in uscita, con tanti volti diversi, nella consapevolezza che Dio opera nella storia di ciascuno. Siamo chiamate a impegnarci per costruire un mondo dove al centro ci sia Cristo: i giovani ci chiedono di avere orizzonti ampi, di considerare la Chiesa come una comunità mondiale, senza confini, aprendoci sempre di più verso tutti. I giovani ci chiedono di lasciarci intercettare da loro, di essere giovani nel cuore, non “soprammobili”, di essere fresche e positive, di lasciarci rinnovare e di essere del mondo, dentro il mondo e la sua storia.

Una bella sfida per ciascuna di noi, invitate dai giovani ad essere “una Chiesa gazzella” agile, non prigioniera delle strutture, ma con una liturgia coinvolgente, con speranza e fiducia nel mondo, aperta alla vita, in una scelta vocazionale che chiama al desiderio di definitività.

Un ultimo invito che ci è stato rivolto è quello di avere a cuore la nostra femminilità: la Chiesa è madre e maestra di vita, e a noi è chiesto di preservare la purezza del cuore nella nostra esistenza di consacrate Ordo Virginum. E non è poco…

[NB: In allegato riportiamo i testi, veramente molto interessanti, degli interventi di due dei giovani che sono stati con noi]

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