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Silenzio, ascolto della Parola, consapevolezza del proprio sentire profondo: un cammino verso un’interiorità pacificata

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Solitudine o isolamento? Stare con Gesù nelle diverse stagioni della vita: questo il titolo delle giornate di formazione estiva che le consacrate dell’Ordo Virginum diocesano hanno vissuto presso il Centro pastorale di Seveso dal 28 luglio al 1 agosto.
E’ una tematica ampia, che coinvolge la vita di tutti e che connota anche quella di noi sorelle, pur inserite nella comunione di un Ordo. La solitudine davanti al Signore e l’esistenza vissuta condividendo la quotidiana ordinarietà della maggior parte delle persone, hanno suggerito di affrontare l’argomento a partire da angolature differenti e complementari: spirituale, psicologica, biblica, esperienziale.

Il percorso è iniziato con un pomeriggio di ritiro: introdotto dalla meditazione del Delegato, proseguito nel silenzio e nella preghiera personale, concluso nella prolungata adorazione eucaristica serale.
Nella riflessione di don Davide il tema della solitudine si è intrecciato con quello del silenzio, dello stare “da soli” davanti al Signore, in ascolto della sua Parola. Il silenzio con cui è iniziata la vita di Gesù, nei suoi 30 anni a Nazaret, dove il Verbo di Dio ha imparato le parole con cui narrare agli uomini il volto del Padre… Il silenzio adorante davanti all’Eucaristia, segno silenzioso e insieme eloquente dell’amore di Dio… Il silenzio che crea intimità con il Signore e unità in noi, che riempie di gioia nella compagnia e vicinanza di Dio… Il silenzio che è fragile, che è facile tradire e abbandonare… L’equilibrio, nelle relazioni, tra parola e silenzio, tra parole che danno vita o morte… Questi alcuni degli spunti che hanno aiutato le consacrate a fare esperienza diretta di cosa sia una solitudine capace di mettere in relazione con il Signore, con se stessi e con gli altri.

Le mattinate del 29 e del 31 luglio sono state invece dedicate ad approfondire il tema della solitudine a partire da due aspetti complementari.
Silvia Landra (psichiatra) ha trattato il tema di quelle fragilità spesso connesse a situazioni problematiche in cui ci si “sente soli”: esperienza comune a tutti e che tutti – in modo più o meno consapevole – cerchiamo di gestire e di superare. Tramite un’analisi accurata e molti esempi concreti, la relatrice ha invitato a prendere coscienza del sentire profondo che ci abita, senza paura, provando a viverlo in modo riconciliato.

Il 31 luglio madre Cristiana Dobner (priora del Carmelo di Concenedo) ha presentato alcuni testimoni biblici della solitudine. Partendo dalla costatazione scritturistica che il cuore dell’uomo è molteplice e che solo la solitudine e il silenzio davanti a Dio possono unificarlo, ha mostrato come vari personaggi biblici hanno raggiunto questa meta, ognuno in modo unico e irripetibile. Così Adamo, i patriarchi, Mosè, i profeti e poi Giovanni Battista, Maria di Nazaret, il lebbroso, l’emorroissa, Paolo di Tarso hanno rivelato ciascuno una particolare sfaccettatura dell’esperienza di solitudine; tutte riassunte e portate a compimento dalla Passione e Resurrezione di Gesù.
Entrambe le relatrici ci hanno inoltre dedicato un significativo tempo di dialogo e confronto, durante il quale hanno risposto alle sollecitazioni delle consacrate, arricchendo ulteriormente i loro contributi con la condivisione delle competenze maturate e del proprio personale vissuto.
La testimonianza di tre sorelle dell’Ordo – che hanno portato la loro esperienza di solitudine a partire da età e condizioni di vita diverse – ci ha aiutato a porre ancor più concretamente tale tematica in relazione con la nostra comune vocazione di vergini consacrate.
Nel pellegrinaggio del 30 luglio a Chiavenna abbiamo conosciuto la figura della beata sr. Maria Laura Mainetti, uccisa il 6 giugno 2000 da tre ragazze del paese.
Durante la mattinata, la testimonianza di sr. Beniamina – consorella e amica della beata – e la visita ai luoghi dove sr. Maria Laura è vissuta e morta hanno messo in luce come l’intensa comunione che intratteneva con il Signore l’abbia resa particolarmente attenta e accogliente verso ogni povertà incontrata e cercata, e specialmente nei confronti dei giovani, che riteneva “i più poveri dei poveri, perché maggiormente influenzabili”.
Nel pomeriggio don Andrea Caelli, parroco di Chiavenna, ha riletto la figura di sr. Maria Laura cogliendo dalla sua vicenda indicazioni utili a vivere oggi una santità radicata nella Chiesa. Ecco alcuni spunti: partire da una rilettura della storia, propria e altrui, come luogo in cui la Grazia sempre si manifesta; far fiorire femminilità capaci di prendersi cura dell’altro attraverso una prossimità che non ha risposte pronte, ma che ascolta e, anche nella fragilità, cerca di educare a una “interiorità solida”; essere presenti nella Chiesa e nel territorio, attraverso una vita di santità ordinaria, come testimoni di un rapporto continuo con il Signore, incontrato nella preghiera prolungata e nella carità verso tutti.

La mattina di domenica 1 agosto è stata dedicata alla presentazione di testi pubblicati da alcune consacrate, alla programmazione delle prossime giornate estive e a importanti comunicazioni da parte della Commissione incaricata della stesura della parte applicativa dei Lineamenta.
Questo nostro tempo insieme si è infine concluso con la Messa, concelebrata da don Davide e da don Gianbattista, e con un ultimo pranzo fraterno.

L’incontro tra sorelle – consacrate e in formazione -, i contributi delle relatrici, lo scambio nei lavori di gruppo, la preghiera comune, la liturgia ben preparata e i momenti di più informale convivialità hanno trasformato queste giornate di formazione in momenti di fraternità gioiosa. Ci hanno reso ancor più consapevoli che la nostra vita, apparentemente portata avanti “da sole”, è in realtà ricca di comunione, ricevuta e donata: condividere tempo ed esperienze ha permesso a tutti di gustare la bellezza di un’esistenza donata a Dio, fatta crescere nella propria specifica singolarità e unicità di vocazione, che nella comunione tra sorelle trova il sostegno necessario ad esprimere l’amore che la Chiesa intera ha per il suo Signore, amore di cui l’Ordo Virginum è segno e dono per tutti.

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