«Perché oggi tanti preti entrano in Duomo? Che cosa succede? Che festa c’è?». Domande che potrebbero nascere spontanee in chi attraverserà la piazza Duomo di Milano la mattina di martedì 11 marzo. Domande improvvise e curiose, che la fretta e la preoccupazione per gli impegni potrebbero far dimenticare facilmente. Ma per chi come prete e come diacono ha deciso di partecipare alla celebrazione in Duomo sarebbe opportuno raccoglierle con attenzione. «Che cosa succede? Che festa c’è?» … per chi ha scelto di condividere l’inizio della Quaresima con il Vescovo e tutto il clero?
È la festa del perdono anche per preti e diaconi, che si riconoscono peccatori, sperimentano di essere amati da Dio con il suo perdono e con questa misericordia vivono il ministero tra la gente. Iniziamo la Quaresima con la gioia del perdono, con la grazia di sperimentare che Dio è già all’opera e che il nostro desiderio di dire basta al male è possibile. L’amore di Dio veramente salva, ci libera dal peccato, dall’essere sfiduciati nei confronti di tutti, dalla tentazione di chiuderci nella solitudine e nella tristezza anche nel ministero. Chi si riconosce peccatore e invoca il perdono con fiducia nell’amore del Padre ritrova finalmente la speranza che apre uno sguardo nuovo su di sé, sugli altri, sulla storia. Soprattutto rende possibile – come scrive nel suo messaggio papa Francesco – «il cammino insieme della speranza» in questa Quaresima speciale dell’Anno santo 2025. È il cammino che ci aprirà alla Pasqua del Signore Gesù, vittoria sul peccato e sulla morte, e speranza di vita eterna.
Camminiamo insieme nella speranza, condividendo segni importanti: quello di riconoscerci peccatori, quello di chiedere perdono a Dio e ai fratelli nella confessione dei nostri peccati, quello di aprirci alla gioia della sua grande misericordia, quello di vivere con impegno e riconoscenza il proposito di vita nuova.
E lungo questo cammino aiutiamoci reciprocamente e aiutiamo le nostre comunità a coltivare quelle domande suggerite dal Papa per questa Quaresima giubilare e che chiamano alla conversione della speranza, della fiducia in Dio, della vita eterna: «Dobbiamo chiederci: ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?».
La celebrazione penitenziale in Duomo, che inizierà alle 10, sarà presieduta dall’Arcivescovo, che offrirà gli spunti per l’esame di coscienza e le indicazioni per il proposito comune dopo la confessione individuale. La partecipazione a questa celebrazione avrà anche il valore di pellegrinaggio del clero per chiedere il dono dell’indulgenza in questo Anno santo.