La seconda metà del Settecento può essere considerata l'epoca di maggior splendore delle Cappelle musicali milanesi
Mirko
Guardamiglio
Matteo Marni afferma che «si è voluto […] seguire la vita delle Cappelle musicali milanesi attraverso oltre un secolo, dall’età di Sammartini agli anni di Bonazzi e Bigatti, per mettere in luce una forte continuità tra le generazioni di successivi maestri e l’appartenenza ad una tradizione che ha caratterizzato la vita musicale delle Cappelle di Milano tra la seconda metà del Settecento e la prima del secolo successivo». In effetti il Marni descrive in modo minuzioso e dettagliato l’epoca di massimo splendore delle Cappelle musicali di Milano quando – in una competizione mossa dal desiderio di fasto e opulenza – i Capitoli e le Fabbricerie delle Chiese si contendevano i più celebri maestri di Cappella e facevano a gara per dare vita a nutrite corali e qualificate orchestre. Perciò lo studio del Marni ci permette di conoscere la figura e l’opera del maestro di Cappella e della Cappella musicale (capitolo Primo), gli organi e gli organari (capitolo Terzo), la prassi esecutiva e le abitudini liturgico-musicali dell’Ottocento (capitolo Secondo) ed, infine, i profili biografici dei maestri di Cappella e degli organisti (capitolo Quarto). L’immagine che accompagna il presente articolo risulta essere la fotografia della prima pagina del Salmo “In exitu Israel” (ADSMi, I-Msc 88/7) di Ferdinando Bonazzi (1764-1845).