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La sincera devozione manifestata dal popolo nei confronti del Crocifisso, ci ha spinto a ricercarne le origini nelle pieghe della storia della parrocchia di Maresso

di Italo Allegri

maresso

Lunedì 20 dicembre 1869 giunge a Maresso un carico speciale: un Crocifisso di grandi dimensioni, due statue lignee e un altare. Provengono dalla basilica di Sant’Ambrogio di Milano e sono dono di monsignor Francesco Maria Rossi, Vicario generale della diocesi ambrosiana. La chiesa parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita però, non dispone di una cappella adatta ad accoglierli, perciò se ne costruisce una nuova. E nell’arco di un secolo e mezzo il Crocifisso di Maresso attrarrà a sé numerosi fedeli del territorio brianzolo: prima invocato per il dono della pioggia, oggi per confortare l’umanità dolente.

La sincera devozione manifestata dal popolo nei confronti del Crocifisso, ci ha spinto a ricercarne le origini nelle pieghe della storia della parrocchia di Maresso, cadenzate dalla documentazione archivistica. Ne emerge un quadro provvidenziale di fatica e solidarietà, che trova la massima espressione nella costruzione della nuova chiesa parrocchiale nella prima metà dell’Ottocento, grazie al benefattore milanese Giovanni Battista Piatti, attraverso l’Orfanotrofio Maschile di Milano. Il luogo di culto è poi ampliato dall’Ing. Giovanni Barboglio e decorato negli anni Venti dello scorso secolo da Fermo Taragni e Umberto Marigliani. Ed è proprio attorno al faro della chiesa parrocchiale e nei volti dei parroci della comunità che evolve il cammino di fede nel tempo, manifestando i primi segni di una spiritualità settecentesca che troverà poi compimento nella venerazione del Crocifisso.

È solo all’interno di questo quadro ampio ed articolato che si innesta la devozione nei confronti del Crocifisso, manufatto riconducibile – verosimilmente – alle mani di un esperto intagliatore cinquecentesco: Giovanni Angelo Del Maino; mentre le due statue potrebbero appartenere a quell’Andrea da Milano poi meglio identificato con Andrea da Corbetta. I segni discreti della pietà popolare nei confronti del Crocifisso di Maresso sono rappresentati dagli ex voto esposti nella cappella. Mentre le manifestazioni di pubblica devozione emergono dalla Cronaca della parrocchia in occasione delle esposizioni straordinarie e della festa annuale. Testimone che passa di generazione in generazione, come attestato in occasione del Centocinquantesimo celebrato dal 29 agosto al 1° settembre 2019 con la processione di chiusura presieduta dall’arcivescovo monsignor Mario Delpini.

La ricerca ha portato alla luce anche uno straordinario Zibaldone liturgico, che scandisce nel dettaglio le celebrazioni giornaliere tra il 1866 e il 1869 a Maresso, dove si annuncia la giornata con i primi rintocchi dell’Ave Maria, scoccati alle ore 3 ½ nei mesi da maggio a luglio e ritmano le stagioni dispiegandoci nel ciclo delle fatiche rurali, giornate tutte concluse alla sera con la benedizione! Una fede solida confermata da santi sacerdoti che si sono succeduti nella guida della povera parrocchia priva di un proprio beneficio, ma ricca di grazie spirituali se dal 1910 al 1962 sono sbocciate ben 26 vocazioni religiose maschili, mentre ancor più nuemrose sono quelle femminili.

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