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In questo periodo segnato ancora dalla pandemia mons. Mario Delpini rivolge alle sorelle e ai fratelli musulmani i suoi auguri e quelli dei cristiani della Diocesi di Milano per un gioioso "Id al-Fitr"

di monsignor Mario DELPINI
Arcivescovo di Milano

ramadan

Cari fratelli e sorelle musulmani, come lo scorso anno, siamo chiamati a celebrare i momenti fondamentali della nostra fede – per noi cristiani la Quaresima e le feste pasquali, per voi il mese sacro di Ramadan – nel clima eccezionale segnato dalla pandemia.

Nel suo recente viaggio in Iraq, il 6 marzo scorso, papa Francesco ha ricordato a tutti noi che, «se l’uomo estromette Dio, finisce per adorare le cose terrene»; invitandoci ad alzare «gli occhi al Cielo» e definendo come «vera religiosità» quella che adora Dio e ama il prossimo.

Rivolgo a voi tutti gli auguri miei personali e dei cristiani della Diocesi di Milano per una fruttuosa conclusione del mese di Ramadan e un gioioso ‘Id al-Fitr proprio a partire da tale affermazione. Faccio ancora mie le parole di papa Francesco: in questo tempo eccezionale, segnato dalla pandemia e dalle crisi che la situazione attuale accelera ed esaspera, il compito delle religioni è quello di aiutare a discernere il bene e a metterlo in pratica con le opere, con la preghiera e con la fatica del lavoro interiore, per edificare la cultura dell’incontro e della pace, fatta di pazienza, comprensione, passi umili e concreti. In un tempo di conflitti, le religioni «siano albe di pace, semi di rinascita tra devastazioni di morte, echi di dialogo che risuonano instancabilmente, vie di incontro e di riconciliazione per arrivare anche là, dove i tentativi delle mediazioni ufficiali sembrano non sortire effetti».

Continuiamo a lavorare insieme nel costruire relazioni pacifiche e fraterne, dando in questo modo testimonianza al Creatore Onnipotente al quale rendiamo culto, ottenendo come frutto l’armonia anche qui, nella Milano ferita dalla pandemia e alla ricerca di energie spirituali per poter intraprendere un nuovo cammino di rinascita.

Dobbiamo lavorare per irrobustire quelle attitudini di incontro e di dialogo, di ascolto reciproco e di rispetto, di collaborazione nel rispondere ai bisogni e nel cercare la pace, che già sono presenti ma che domandano sostegno e ricarica, dopo il logoramento di questi mesi di emergenza sanitaria, sociale e spirituale. In un atteggiamento di preghiera e di stima, vi saluto.

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