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I ritiri per gli impegnati nelle realtà sociali, politiche e culturali sul tema “Trasformare i segni dei tempi in segni di speranza” si terranno nelle zone pastorali dall’11 marzo al 6 aprile

di don Nazario Costante
Responsabile Servizio per la pastorale sociale e il lavoro
Foto di Marc-Olivier Jodoin su UnsplashFoto di Marc-Olivier Jodoin su Unsplash

La Quaresima è un tempo favorevole per fermarsi, riflettere e riscoprire il senso della propria missione nel mondo contemporaneo, soprattutto nel tempo giubilare che ci è dato di vivere, ecco perché desideriamo proporre incontri di spiritualità rivolti ai cristiani impegnati nelle diverse realtà sociali, politiche e culturali per il bene comune.
Gli incontri prevedono un momento iniziale di preghiera e riflessione, seguito da un breve spazio di silenzio, la condivisione comunitaria delle proprie risonanze e, se prevista, la celebrazione dell’Eucaristia.

Camminando nell’anno giubilare il tema è la Speranza e la Carità politica, prendendo spunto dalla parabola evangelica del grande banchetto (Lc 14,16-24). Dio invita tutti alla sua mensa, senza distinzioni. Il padrone della casa non si limita a chiamare pochi eletti, ma estende l’invito ai crocicchi delle strade, accogliendo soprattutto gli esclusi e gli emarginati.
Questa prospettiva ci interroga profondamente sulla vera carità politica che non consiste nel mantenere privilegi o distanze, ma nel mettersi al servizio di tutti, con particolare attenzione agli ultimi, agli scartati, agli invisibili della società. Il potere, anche quello politico, può essere visto come “potere di invitare”: la speranza nasce dal sentirsi cercati, desiderati, attesi. La possibilità di essere accolti e accolti a nostra volta diventa il fondamento di una società più giusta e solidale.

C’è, nella città, una grande festa: si sposa il figlio del re, l’erede al trono, eppure nessuno sembra interessato; nessuna almeno delle persone importanti, quelli che possiedono terreni, buoi e botteghe. È la fotografia del fallimento del re. Che però non si arrende al primo rifiuto, e rilancia l’invito. Come mai di nuovo nessuno risponde e la festa promessa finisce nel sangue e nel fuoco?
Allora disse ai suoi servi: andate ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Per la terza volta i servi ricevono il compito di uscire, chiesa in uscita, a cercare per i crocicchi, dietro le siepi, nelle periferie, uomini e donne di nessuna importanza, basta che abbiano fame di vita e di festa. Se i cuori e le case si chiudono, il Signore, che non è mai a corto di sorprese, apre incontri altrove. Neanche Dio può stare solo.

L’ordine del re è illogico e favoloso: tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze. Tutti, senza badare a meriti, razza, moralità. L’invito potrebbe sembrare casuale, invece esprime la precisa volontà di raggiungere tutti, nessuno escluso. Dai molti invitati passa a tutti invitati, dalle persone importanti passa agli ultimi della fila: fateli entrare tutti, cattivi e buoni.
Addirittura prima i cattivi e poi i buoni, senza mezze misure, senza bilancino, senza quote da distribuire. Il Vangelo mostra che Lui non cerca uomini perfetti, non esige creature immacolate, ma vuole uomini e donne incamminati, anche col fiatone, anche claudicanti, ma in cammino.
Il re entrò nella sala… Noi pensiamo Dio lontano, separato, sul suo trono di gloria, e invece è dentro la sala della vita, in questa sala del mondo, è qui con noi, uno cui sta a cuore la gioia degli uomini, e se ne prende cura; è qui, nei giorni delle danze e in quelli delle lacrime, insediato al centro dell’esistenza, nel cuore della vita, non ai margini di essa.

Nel mondo odierno, segnato da un senso diffuso di frammentazione e solitudine, la speranza è legata alla possibilità di essere cercati, invitati e accolti. Nessuno merita di tornare in una casa vuota dopo una dura giornata di lavoro: la speranza si nutre della presenza di qualcuno che ci aspetta.
Trasporre questa semplice esperienza familiare nella vita politica significa costruire spazi di partecipazione reale, dove nessuno sia escluso e dove il criterio guida diventi la domanda: Chi manca?

In questo tempo di Quaresima, siamo chiamati a interrogarci su come possiamo rispondere all’invito di Dio nella nostra vita personale e comunitaria. Il cammino di spiritualità ci offre un’opportunità preziosa per rinnovare il nostro impegno e diventare “tessitori” di speranza.

“La speranza nasce dall’assunzione di responsabilità individuali e collettive. Significa lasciarsi guidare da Dio nell’ascolto del grido della terra sfruttata e della vita ferita.” (Discorso alla Città, 6 dicembre 2024 – mons. Mario Delpini)

 

Ecco gli appuntamenti:

Venerdì 21 marzo, ore 20.45
Milano – Centro S. Agnese, piazza Giustina 13
Presiede don Nazario Costante

Martedì 25 marzo, ore 21
Gazzada Schianno – Villa Cagnola, via Cagnola 21
Presiede mons. Luca Bressan

Domenica 23 marzo, ore 9
Barzago – Santuario di Maria Nascente di Bevera
Presiede mons. Gianni Cesena
Segue celebrazione S. Messa – ore 11.30

Martedì 11 marzo, ore 21
Legnano – Centro parrocchiale S. Magno, piazza S. Magno 10
Presiede don Nazario Costante

Domenica 6 aprile, ore 9
Monza – Convento dei Barnabiti, vicolo Carrobiolo 4
Presiede mons. Luca Bressan
Segue celebrazione S. Messa

Sabato 29 marzo, ore 9
San Giuliano Milanese – Abbazia di Viboldone, via dell’Abbazia 6
Presiede don Luca Violoni

Mercoledì 12 marzo, ore 20.45
Cologno Monzese – Salone oratorio S. Giuliano, piazza S. Matteo 13
Presiede don Nazario Costante

Per ulteriori informazioni scrivere a sociale@diocesi.milano.it