L'incontro del mondo dello sport con l'Arcivescovo Mario Delpini dà l'impostazione a tutta la pastorale dello sport per l'anno oratoriano 2021-2022. Abbiamo vissuto una serata entusiasmante e densa di parole importanti per fare dello sport - e soprattutto dello sport in oratorio - un'occasione per ripartire e una opportunità di crescita per i ragazzi e le ragazze, con un occhio quest'anno rivolto in particolare alla fascia degli adolescenti.


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Dagli spalti del palazzetto Palameda di Meda, lunedì 18 ottobre, si vedono diversi ragazzi e ragazze che acclamano i campioni dello sport e l’Arcivescovo che li aveva invitati, nell’Anno straordinario Adolescenti: l’immagine più bella di una ripartenza attesa, all’avvio delle attività sportive.

Tuttavia, tanti adolescenti stentano ancora a «riprendere i ritmi normali di studio, di vita, di frequenza alla Messa domenicale». «Abbiate gli occhi per cercarli, motivateli, dite loro che la vita è bella, merita di essere vissuta appieno e che ciascuno ha in sé delle risorse che, se non vengono messe a servizio, marciscono – questa l’esortazione dell’Arcivescovo Mario Delpini ai dirigenti sportivi e agli allenatori (la Lettera agli sportivi 2021-2022 sarà indirizzata ai “capitani”) – Vi incoraggio a ripartire non come gente che ha solo la frenesia di recuperare ciò che si è perso, ma per essere fermento di una società nuova, diversa, per imparare la saggezza che assimila la lezione della nostra fragilità e non si lascia chiudere nel limite perché custodisce la voglia di sognare» (Intervento completo dell’Arcivescovo su YouTube Chiesadimilano.it).

Come risposta all’emergenza educativa dei ragazzi, lo sport assume un valore imprescindibile.

 

Entusiasmo e memoria

«L’entusiasmo nasce e si alimenta nella memoria di quanto c’è stato – sottolinea il Vicario episcopale di settore, don Mario Antonelli – Saremo tanto più presi da un entusiasmo fecondo, non velleitario, fecondo anche di iniziative promettenti e imprese tenaci e belle, quanto più facciamo memoria. Memoria non tanto di un’afflizione, del vuoto che qui e là ha risucchiato la speranza. L’entusiasmo si nutre di quella memoria, di quella cura, di quella tenerezza, di quella prossimità sperimentata in quei tempi di drammatica sofferenza».

 

Passione e sacrifici

Due parole fondamentali per l’esperienza sportiva, che sembrano in contraddizione tra di loro ma servono entrambe. «La passione non ti fa apparire nulla come un sacrificio: ti trascina, è un fuoco che ti porta a superare ogni cosa», afferma il campione della pallacanestro e dirigente sportivo Antonello Riva.

 

Talento e limiti

«Secondo me il talento è dentro ognuno di noi, dobbiamo solamente capire dove incanalarlo»: queste le parole significative di Giulio Maria Papi, uno dei campioni paralimpici della squadra di basket in carrozzina Briantea84, sempre disponibili a coinvolgere gruppi di preadolescenti e adolescenti e a portare la loro testimonianza di “Non si limita il talento” nei nostri oratori.

Le sue parole si accompagnano a quelle di un altro campione della Briantea84, Filippo Carossino: «Più che di limiti mi piace parlare di opportunità, che noi abbiamo la chance di poter cogliere, senza porci dei limiti e pensare di non riuscire a raggiungere qualcosa ma vedendo tutte le opportunità che la vita per fortuna ci mette davanti». La medaglia di bronzo ottenuta a Tokyo 2020 dal capitano e giocatore della nazionale di basket in carrozzina Ian Sagar è la dimostrazione che non ci sono limiti al talento.

 

Io e noi

Se giochi in una squadra «dipendi dai tuoi compagni e loro da te», ci ricorda il campione europeo con la Nazionale di pallavolo, Yuri Romanò. «Capisci l’importanza di ogni componente della squadra: quando vinci insieme ai tuoi compagni, condividere le gioie è ancora più bello e anche perdere fa un po’ meno male…»

Un concetto ribadito dal presidente della Powervolley Milano, Lucio Fusaro: «Io devo fare il mio dovere, tutti insieme “noi” costituiamo un’entità che fa la differenza».

 

Atleta e persona

Per don Alberto Torriani, rettore del Collegio San Carlo, «Non dobbiamo fare in modo che i nostri ragazzi debbano scegliere tra diventare persone o essere atleti” ma permettere loro di crescere e «conciliare lo sport con lo studio».

La sollecitudine della Chiesa ambrosiana a educare a vivere lo sport come occasione di crescita accompagna le parole di don Stefano Guidi, responsabile del Servizio per l’Oratorio e lo Sport:

«Siamo qui per dire ripartiamo, ricominciamo».

«La pratica sportiva è una risorsa straordinaria per ripartire». È l’Arcivescovo stesso, al termine dell’annuale incontro con il mondo dello sport, a incoraggiare a vivere questa ripartenza con questo stile, per essere fermento di una società diversa, nuova: «come gente che ha imparato le parole di stasera, che ha imparato a mettere insieme la passione con il sacrificio, il talento con il limite, l’io con il noi».

E a trasmetterle ai ragazzi.

 

Rivedi la diretta della serata sul canale YouTube Pastorale Giovanile FOM Milano.

 

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