A settembre 2020 abbiamo iniziato l'anno pastorale con un ciclo di incontri online per la ripresa delle attività dopo il tempo estivo e pensando a questi mesi di emergenza sanitaria, in cui proprio lo sport risulta essere fra i più penalizzati. Ma anche in questo ambito non vogliamo fermarci, soprattutto pensando alle motivazioni che ci spingono a metterci, attraverso lo sport, al servizio dei ragazzi. La testimonianza di Andrea Zorzi e di suor Simona Bisin hanno arricchito la serata e ci hanno spinto a riflettere sull'attività sportiva in oratorio, guardando oltre il periodo.


Le società sportive delle parrocchie hanno e avranno una funzione chiave per il ritorno alla nuova normalità oratoriana.

Nel webinar MAI CHIUSI – CON LO SPORT CHE RIPARTE abbiamo incontrato don Stefano Guidi, direttore della Fom e responsabile della sezione Sport della Diocesi, e Paolo Bruni, referente operativo e di progetto della sezione sport. Durante l’incontro abbiamo affrontano argomenti caldi riguardanti il lato normativo, necessario per la riapertura delle strutture, e il ruolo pedagogico-formativo che lo sport riveste nella vita dei ragazzi. Gli ospiti del webinar sono stati suor Simona Bisin, responsabile della pastorale giovanile delle FMA della Lombardia, e Andrea Zorzi, ex pallavolista e medaglia d’argento alle olimpiadi 1996.

La prima parte dell’incontro ha visto la spiegazione delle ultime norme previste per la ripresa della pratica sportiva. Don Stefano Guidi e Paolo Bruni chiariscono che cosa è possibile fare o non fare negli ambienti oratoriani, ricordando che esistono diversi protocolli che devono essere applicati in ambiti differenti. Don Stefano ricorda che «Ci troviamo in una situazione complessa, quando ci si trova in situazioni complesse come questa bisogna utilizzare intelligenza e dialogo»; due organi come società sportive e oratori si ritrovano a dover collaborare ancora più strettamente in questo periodo delicato, attenendosi a protocolli e norme studiate per riprendere le attività in sicurezza. «I protocolli sono diversi perché le attività svolte nei nostri oratori sono diverse – continua don Stefano – ad attività diverse corrispondono attenzioni igienico-sanitarie e organizzative necessariamente diverse»; così come pure gli organizzatori sono differenti. Dovrà proseguire per tutti i mesi avvenire quella stretta collaborazione che è stata fondamentale durante l’estate per facilitare la ripresa di tutte le attività e agevolare l’applicazione delle norme. Un punto cruciale sono quelle attività di gioco non organizzate dalle società sportive, la partitella in cortile, che rappresentano momenti di animazione sportiva rientrando nelle competenze dell’oratorio che userà il protocollo a lui destinato, senza attingere a quello imposto alle società sportive (per i protocolli e le indicazioni da seguire occorre attenersi scrupolosamente agli aggionamenti dell’Avvocatura della Diocesi: clicca qui).

 

Come affrontare la paura: i protocolli dovrebbero rincuorare. Don Stefano invita a riflettere: «Dobbiamo evitare i due estremi: la superficialità sfrenata ma anche l’ossessione paranoica». Non si può evitare il rischio ma l’esperienza di questa estate ci mostra come gli oratori abbiano rispettato pedissequamente le procedure: non sono stati riscontrati casi di contagio, focolai o inadempienze in nessuna delle nostre parrocchie. La paura si può superare rifacendoci a questa positiva esperienza appena trascorsa.

 

La serata prosegue con delle domande riguardanti l’esperienza personale degli ospiti presenti. Per primo interviene Andrea Zorzi rispondendo alla domanda postagli “Cosa ti ha dato lo sport?”.
«Lo sport ha un grande significato, in modo diverso in base all’età»; se per un ragazzino lo sport è possibilità di socializzazione ma anche un ambiente regolamentato in cui si possono riconoscere i limiti, può diventare occasione per reinventarsi durante la crescita, per arrivare ad essere opportunità nella maturità. Lo sport è maestro di vita nel momento in cui sono rispettate determinate condizioni, senza dimenticarsi però che lo sport non è la vita; nella vita non esistono solo vincitori e vinti e le regole dello sport non sono sempre applicabili alla realtà.
Prosegue una riflessione sull’importanza delle figure di riferimento per i più giovani come gli allenatori: «l’allenatore ha un ruolo di estrema complessità» – dice Andrea Zorzi. Gli adulti di riferimento non devono essere bravi solamente nel gioco ma devono anche saper definire regole a livello morale.

 

La parola passa a Suor Simona, interrogata riguardo a come vivere  lo sport all’interno di una pastorale giovanile: «Ricominciare dallo sport significa un po’ tornare alle radici di quello che è l’oratorio». Una delle possibilità dell’oratorio è proprio l’offerta sportiva; si parte dal talento e dalla passione dei ragazzi e risulta quindi uno strumento per raggiungere i ragazzi, per fare allargare le frequentazioni e raggiungere anche quei giovani che in oratorio altrimenti non verrebbero per partecipare a percorsi strettamente legati alla fede religiosa. Fondamentale anche la figura degli allenatori, complementari agli educatori già presenti in oratorio; devono far parte del progetto educativo comune perché cruciali per la crescita dei ragazzi.
Segue un approfondimento sullo sport femminile, a volte trascurato nei nostri oratori e carente di proposte pensate appositamente per le ragazze; si nota come le ragazze, crescendo, perdano il contatto con lo sport. Suor Simona rimarca la scarsa offerta sportiva femminile, principale causa dell’abbandono della pratica sportiva da parte delle adolescenti: «Servirebbe la volontà all’interno dell’oratorio di modificare l’offerta e creare proposte dedicate alle ragazze». Le motivazioni alla base delle proposte da strutturare sono prevalentemente due: relativamente alla crescita corporea, durante la preadolescenza le ragazze non vivono in modo pacifico questa fase transitoria, complicando il rapporto col loro corpo. Lo sport potrebbe essere uno strumento che le accompagna nella crescita e nel processo di accettazione del proprio corpo. Dall’altra parte lo sport può essere un importante strumento sotto il punto di vista relazionale, essendo spesso i rapporti tra donne più complessi, la disciplina sportiva soprattutto in una squadra può aiutare a vedere l’altra non come rivale ma come alleata.

 

Anche Andrea Zorzi interviene sulla visione degli avversari e su come far percepire ai ragazzi che possono essere alleati per la crescita invece che nemici da abbattere: «Così come senza l’altra squadra non è possibile giocare, senza l’avversario non ci si diverte; la cooperazione tra avversari nello sport è evidente». Vero è che il principio dello sport è la competizione ma al primo posto resta il rispetto per le regole, degli avversari, dei compagni: il fair play.

 

Don Stefano Guidi riprende poi parola ricordando che lo sport permette agli educatori di conoscere meglio i ragazzi con cui si ha a che fare, non è solo un modo per attirare il maggior numero di ragazzi possibile: un’occasione per la comunità educante da cogliere per essere più presenti e accanto ai giovani.

Andrea Zorzi interviene per affrontare l’eterna questione dello sport come perdita di tempo in relazione a come equilibrare il sogno di diventare campioni: «Non vedendo una futura carriera, dopo una certa età, i genitori e gli stessi ragazzi pensano sia meglio lasciar perdere». Il sogno è importante ma il rischio è che durante l’adolescenza in molti rinuncino per l’assenza delle possibilità professionistiche seguendo il pensiero che un po’ passa del “o vinci o non sei nessuno” – perché impegnarsi se non si può arrivare da nessuna parte? Le figure educative dovrebbero far passare l’importanza dell’attività fisica piuttosto che focalizzarsi solamente sui risultati.

Suor Simona interviene per rimarcare l’importanza di rilanciare un’alleanza tra oratorio e sport; nello sport si educa tutti insieme: «più figure portano alla formazione dei ragazzi, anche dall’esterno – Quanto è importante che pure la famiglia accompagni i ragazzi nel percorso tra vittorie e sconfitte».

 

Prima di concludere la diretta chiediamo ad Andrea Zorzi un consiglio: come convincere i genitori a far fare sport ai propri figli. «La scommessa è far fare sport ai genitori, farli tornare ad avere un’esperienza in cui il loro corpo è sottoposto a questo. Spesso il problema è la mancanza di questa esperienza che porta i genitori ad essere compagni di viaggio “complicati” per il percorso sportivo dei figli. Perché pensano che lo sport è diventare ricchi e famosi, che lo sport faccia male o che oltre ci sia sempre qualcosa. La scommessa vera è trovare l’occasione per far sì che lo sport sia inclusivo anche per le generazioni».

Per tutti quelli che non hanno potuto assistere alla diretta, sul canale Youtube “Pastorale Giovanile FOM Milano” è possibile trovare la registrazione della diretta e anche tutti i webinar precedenti!

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