Il silenzio è condizione indispensabile per una relazione più profonda con Gesù: il tempo quaresimale può aiutare senz'altro a riscoprirne il valore. Ecco perchè le iniziative rivolte ai 18/19enni ed ai giovani durante la Quaresima daranno al silenzio uno spazio particolare.


Giovane in preghiera 4

Immersi in una società sempre più rumorosa, “bombardati” da una massa di informazioni, che spesso si contraddicono tra loro, ci sentiamo spaesati e confusi e fatichiamo a fare silenzio, condizione indispensabile per riflettere e fare discernimento sulla nostra vita e su quanto accade nel mondo.

È quindi sempre più importante ritagliarsi momenti di silenzio, che «non si riduce all’assenza di parole, bensì nel disporsi ad ascoltare altre voci: quella del nostro cuore e, soprattutto, la voce dello Spirito Santo” (Papa Francesco, udienza generale, Aula Paolo VI, 10 gennaio 2018).

Certamente non è facile stare in silenzio: tuttavia non è impossibile. Anche un giovane può riuscirci, cogliendone e gustandone il significato più profondo. A questo riguardo sono assai significative le riflessioni di frère John circa l’esperienza del silenzio vissuta dai giovani pellegrini che ogni anno si recano presso la comunità di Taizé: «Per molti è la prima volta che trascorrono così tanto tempo stando semplicemente seduti in silenzio, senza aggeggi elettronici a riempir loro le orecchie di musica o a intasare il cervello.
È vero che, a causa di questa scarsa familiarità, l’impatto iniziale dei circa otto minuti di silenzio durante le preghiere comunitarie può risultare sconcertante per i giovani visitatori. “Che succede? È una cosa voluta, o qualcuno si è scordato qualcosa? Cosa ci si aspetta che io faccia in questi momenti?”.
Osservano gli altri: e molti sembrano decisamente a proprio agio. Anche questo accresce la sensazione di disagio (“Sono l’unico che si sente perso?”), ma al contempo li incoraggia (“Se ci riescono loro, posso farcela anch’io!”). La cosa sorprendente è che, senza dare loro quasi nessuna spiegazione, in breve – un giorno o due – la maggioranza si è adattata al momento di silenzio e lo considera persino un’esperienza positiva. Non è una prova lampante del fatto che il bisogno di fermarsi e tacere è profondamente radicato negli esseri umani? Una volta superato l’ostacolo e immersi in un clima di pace e silenzio, i più scoprono che ciò soddisfa un loro profondo desiderio interiore, di cui prima non erano consapevoli. Una giovane ha addirittura utilizzato l’espressione “causa dipendenza” nei confronti dell’esperienza del silenzio, volendo probabilmente dire che poco a poco il tacere l’ha guidata in un luogo dentro di sé di cui prima non era a conoscenza e dove era felice di restare» (Fr. John di Taizé, Assetati di silenzio, L’esperienza di Taizé, Concilium, 5/2015).

Il silenzio risponde quindi ad un desiderio profondo della nostra interiorità, restituisce il giusto peso e valore alle stesse parole ed è una condizione indispensabile per una relazione più profonda con Gesù.

Ecco perché al silenzio verrà dato ampio spazio durante le proposte che il Servizio per i Giovani e l’Università proporrà ai 18/19enni, ai 20/30enni e agli universitari nel corso della Quaresima (per tutte le informazioni si vedano i link sotto la foto).

Siamo sicuri che, mettendo al centro il silenzio, i giovani saranno aiutati a fare discernimento sul loro futuro e sulla loro vocazione, accompagnati in questo dai loro educatori, secondo le indicazioni emerse anche dal recente Sinodo dei Vescovi sui giovani.

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