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Terzo appuntamento di formazione permanente

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In un luminoso sabato di metà primavera, accarezzate da un tiepido sole e mosse dal desiderio gioioso di rivederci, il 12 maggio scorso ci siamo ritrovate per il terzo appuntamento di formazione permanente in agenda nell’anno pastorale che sta ormai volgendo al termine. Ad accoglierci il sorriso largo e benevolo di don Davide. Ad ospitarci con familiare premura la sua parrocchia di S. Antonio Maria Zaccaria, dove già ci sentiamo un po’ “a casa”.

La giornata si apre con la preghiera corale delle Lodi perché è bello dar lode al Signore e cantare al suo nome, annunziare al mattino il suo amore, la sua fedeltà lungo la notte.

Ad introdurci nel clima della condivisione fraterna, Marta Fumagalli e Laura Bolzoni ci hanno proposto una notevole riflessione sul significato e l’importanza della preghiera nella vita della vergine consacrata. Alternandosi nella presentazione di slide che facilitavano l’attenzione, ci hanno regalato un momento di quiete con la lettura pacata di un testo particolarmente ricco di spunti, facendo riferimento ad una relazione del padre gesuita Dario Mollá Llácer e a quanto sul tema della preghiera ci ha lasciato come preziosa eredità il card. Martini.

A partire da quanto ci ricordano chiaramente i nostri Lineamenta (2.3): “tutto ha origine dal rapporto profondo con Cristo Signore”, Marta e Laura ci hanno aiutate a rimettere a fuoco alcune definizioni di preghiera lasciando a ciascuna il lavoro personale di approfondimento per la declinazione nel proprio contesto di vita.

“Pregare è rimane unite a Gesù. E’ dimorare in un atteggiamento contemplativo, lasciando che il nostro sguardo si faccia sempre più attento alla storia, alle persone, alle situazioni, superando la tentazione della superficialità, del disinteresse. Pregare è rimanere immerse nell’amore di Dio, sorgente di ogni nostra possibile risposta d’amore. È vivere in un atteggiamento abituale di lode. Pregare è vivere di gratitudine, da cui scaturiscono gioia e disponibilità, più viva percezione di quanto è dono nel quotidiano, ed anche libertà maggiore nel nostro servizio e nella nostra dedizione. Pregare è lasciarci plasmare dai doni dello Spirito, lasciarci formare dal dono della fortezza per essere capaci di pazienza, di serena sopportazione, di resistenza”.

Nel silenzio abbiamo avuto tempo e modo di ritornare alla riflessione ascoltata e al testo già molto corposo che nelle settimane precedenti ci era stato offerto per l’esercizio di formazione permanente di cui tutte e ciascuna siamo responsabili. Con rimandi non solo ai nostri Lineamenta, ma anche ai documenti conciliari e all’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, siamo state sollecitate a rivisitare la nostra preghiera personale nelle sue molteplici diverse dimensioni: la Parola di Dio, la liturgia, l’intercessione.

Divise a gruppi, per permettere e favorire a ciascuna la condivisione fraterna della propria esperienza, ancora una volta abbiamo assaporato la forza e la bellezza della Grazia che agisce in noi. La messa in comune di quanto lo Spirito suggerisce ad ognuna arricchisce la fede e la vita di tutte. Esprimendo quanto abbiamo a cuore, impariamo ad ascoltarci con attenzione, a conoscerci più a fondo, a rispettarci nelle nostre diversità, a sostenerci nelle fatiche, a condividere la gioia. Viviamo in maniera semplice la comunione fraterna, l’essere Chiesa. Il pranzo insieme lo si gusta così, con la gioia di sentirsi in famiglia. E si avverte forte, urgente, il bisogno di ringraziarci a vicenda e soprattutto di rendere grazie a Dio: la celebrazione dell’Eucaristia, prima di salutarci, è davvero fonte e culmine anche del nostro essere Ordo Virginum.

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