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Domenica 5 novembre incontro con il delegato arcivescovile, don Dario Balocco

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Oggi, 5 novembre, si è tenuto il ritiro di Avvento per le consacrate dell’Ordo Virginum di Milano. Il delegato arcivescovile, don Dario Balocco, studioso del teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer, ha sviluppato la meditazione principale della giornata a partire dagli scritti di questa grande personalità: pastore protestante e martire del ‘900, ucciso dai nazisti nel 1945 a soli 39 anni, dopo essersi reso contro che nella Germania di fine anni ‘30, non bastava più essere teologo e pastore, ma occorreva prendere parte alla resistenza civile contro Hitler.
Vita comune, Sequela, Resistenza e Resa, sue opere più importanti e conosciute, sono risuonate nella relazione di Don Dario, aiutando a preparare i cuori al tempo di Avvento.
Non solo. Il delegato ha messo in luce come molti aspetti accomunino la testimonianza di Dietrich Bonhoeffer alla realtà dell’Ordo Virginum. Leggendo alcuni brani ha segnalato i seguenti punti, nei quali si evidenziano profonde convergenze.

1) La concretezza della vita cristiana e l’esigenza impellente di non fermarsi alle parole, ma di tradurle immediatamente in fatti. La necessità urgente ed impellente del “comandamento concreto”, ovvero l’esigenza di calarsi nel contesto della vita reale per poter incarnare la testimonianza di Cristo nel proprio tempo e contesto di vita.
E questo è esattamente ciò che le consacrate dell’Ordo Virginum sono chiamate a realizzare nella loro vocazione.

2) La consapevolezza che, per contribuire ad un cristianesimo nuovo, occorre abbandonare ciò che è vecchio e tornare a ciò che è antico: al cristianesimo delle origini, rivalutando anche l’Antico Testamento. Scrive infatti Bonhoeffer in Resistenza e resa: “… Solo quando si riconosce l’impronunciabilità del nome di Dio, si può anche pronunciare il nome di Gesù Cristo … Solo quando ci si riconosce sottomessi alla legge di Dio, si può finalmente anche parlare della grazia …”.
Nuova perché antica è pure la chiamata alla consacrazione verginale.

3) La corrispondenza dell’amore squisitamente cristiano alla polifonicità della vita, che in Bonhoeffer assume un’importanza decisiva: egli esalta la bellezza di una realtà che riunisce in sé numerosi carismi e diversità di situazioni. Sempre nelle pagine di Resistenza e Resa afferma: “Osservo continuamente come siano pochi gli uomini capaci di albergare in se stessi molte cose contemporaneamente … Alberghiamo in una certa misura Dio ed il mondo intero in noi … La vita così non viene ridotta ad una sola dimensione, ma diventa pluridimensionale e polifonica … Bisogna strappare la gente da un comportamento unilaterale … E’ solo la fede stessa che rende possibile la vita nella pluridimensionalità. Siamo noi stessi pluridimensionali: tristissimi perché Gesù è morto e felicissimi perché Gesù è risorto…”. La varietà dei carismi e delle condizioni concrete di vita è un altro tratto fondamentale della vocazione all’Ordo Virginum.

4) Il desiderio di vivere profondamente nell’aldiqua in compagnia di Gesù, attraverso la preghiera. Ancora da Resistenza e resa: “… La speranza cristiana nella resurrezione si distingue da quelle mitologiche per il fatto che essa rinvia gli uomini alla loro vita sulla terra … Il cristiano non è homo religiosus, ma uomo semplicemente, come Gesù … Intendo non il piatto e banale essere aldiqua degli illuminati, indaffarati, indolenti, lascivi, ma il profondo essere aldiqua che è pieno di disciplina, nel quale è sempre presente la conoscenza della morte e della risurrezione”.
Cercare di essere donna “nel mondo ma non del mondo”, abitando la storia profondamente immersa nella presenza di Dio, è proprio la sfida quotidiana di ogni vergini consacrata.

Un ritiro, dunque, dal quale si è uscite davvero motivate e provocate. A quasi 80 anni dalla sua morte, il messaggio di Dietrich Bonhoeffer continua a rimanere tanto attuale da farci rimpiangere di non poterlo avere ancora con noi, per chiedergli consiglio su come incarnare sempre più nel concreto la nostra fede in questo XXI secolo.

La giornata insieme si è poi conclusa con un momento estremamente significativo per il nostro cammino di Ordo diocesano: durante la celebrazione dei Vespri, cinque sorelle hanno vissuto il Rito di Passaggio dal primo al secondo biennio di formazione, consegnando al delegato la loro Regola di Vita e ricevendo da lui in dono il testo del Rito di Consacrazione, che approfondiranno proseguendo nel percorso di discernimento vocazionale.

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