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Uno sguardo alla realtà, ma senza preoccupazione

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“Guardate…”.

Ecco la parola chiave che sabato 5 novembre ci ha accompagnate durante tutto il ritiro in preparazione all’Avvento.

La splendida giornata, con il suo cielo sereno, illuminava il cortile e il parco della parrocchia Sant’Ambrogio di Milano, a lato della stupenda Basilica. E così, il tema della meditazione si è trasformato in un ripetuto sguardo di ammirazione per le bellezze che ci circondavano.

“Guardate…”: un comandamento. E più volte don Dario – il nostro nuovo Delegato Arcivescovile – ha indicato ciò che aveva attorno, immaginando come doveva aver compiuto quel medesimo gesto Gesù, mentre diceva ai suoi discepoli: “Guardate gli uccelli del cielo; non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre”. (Mt 6, 27).

Il Vangelo della celebrazione eucaristica che, alle ore 9.30, ha aperto il ritiro per un centinaio di consacrate, ha fatto da filo conduttore anche per la meditazione poi seguita in mattinata. E ha dato spunto per gli interventi del momento di condivisione del pomeriggio.

Due righe di Vangelo per certi versi “discutibili”: potrebbero sembrare un’affermazione davvero “sempliciotta” di Gesù, oppure una considerazione alquanto ingenua per un maestro di così alto calibro.

Ma cosa voleva dire alla gente pensierosa che aveva di fronte? E a noi, oggi, che – come don Dario ha sottolineato – non possiamo non provare preoccupazione di fronte ad ogni notizia che sentiamo?

No, niente di superficiale: si tratta invece, proprio nel qui ed ora, di un passaggio spirituale – quello del guardare – a cui siamo poco abituati, a causa di un “trauma violento” che la nostra Chiesa ha subito fin dal III-IV secolo: l’eresia ariana. Con essa abbiamo perso l’abitudine di guardare alla creazione per trovare la presenza di Dio.

Non è però così semplice questo sguardo “da tenere fisso su Gesù” per chi ormai sente la presenza di Dio soltanto nello Spirito Santo, senza averlo accanto di persona. Forse più facile per gli apostoli, che lo vedevano in carne e ossa; meno per noi. Ecco perché i gigli, gli uccelli del cielo, i fratelli, le sorelle, la Chiesa, i sacramenti… tutto diventa importante! Nel Credo si dice infatti che in Gesù sono state fatte tutte le cose. Dunque ogni elemento della creazione ci rimanda a lui. Ecco il legame della preghiera con il nostro “guardare”.

Una dimensione fondamentale dell’Avvento è l’attesa della seconda venuta di Gesù. Sentiamo che il Signore “ci manca” e il desiderio del suo ritorno può manifestarsi pure attraverso lo sguardo: in Avvento siamo ancor più intensamente chiamati a cercare lui in tutte le cose. E il Natale – la prima venuta di Gesù – a cui ci prepariamo, non è altro che un “pegno”, un segno del suo ritorno.

Con queste provocazioni nel cuore, nel pomeriggio abbiamo concluso il nostro ritiro celebrando i Primi Vespri della domenica di Cristo Re; pregando insieme a tre sorelle che, nel cammino di discernimento verso la consacrazione, hanno vissuto il Rito di Passaggio dal primo al secondo biennio della formazione iniziale.

Grazie di cuore a don Dario Balocco che – ricevuto il testimone da don Davide Milanesi – ha accettato la proposta del nostro Arcivescovo di essere suo Delegato per l’Ordo Virginum. Sabato si è trovato puntati addosso decine di sguardi di donne, che lo hanno accolto e salutato con affetto e – soprattutto – con la gratitudine di chi sa riconoscere la ricca, buona presenza di una guida grintosa e appassionata di Gesù.

Buon Avvento!

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