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Incontro con Fra Roberto Pasolini

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«Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie» (Sal 98,1): così, nel tempo pasquale che stiamo vivendo, ci sembra di poter esprimere la gioia e la gratitudine che hanno accompagnato la giornata di formazione permanente presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso domenica 14 aprile.

Fr. Roberto Pasolini, biblista, docente di Sacra Scrittura e autore di molti testi, ci ha proposto un’intensa riflessione dal titolo Abitare e incrementare la vita. A partire da tre icone bibliche siamo state sollecitate a interrogarci su alcuni aspetti e dinamiche peculiari della nostra vocazione.

Anzitutto, la figura della profetessa Anna (Lc 2,36-38) ci ha consegnato almeno due tratti su cui sostare: il senso della profezia che invita a guardare la realtà con gli occhi di Dio, e la dimensione della verginità, condizione di vita intesa come pienezza d’amore, integrità di desiderio. Solo in una scelta che conduce a sporcarsi le mani, in una logica di consumazione dell’esistenza e non di preservazione, si vive un amore che dilata e incrementa la vita, divenendo dono per sé, per Dio e per gli altri.

In secondo luogo, il primo capitolo del Vangelo di Marco, che narra la celebre giornata di Gesù a Cafarnao, è richiamo a una vita unificata e pacificata. Il tempo e lo spazio sono abitati dal Signore con grande naturalezza, senza forme di ritualismo religioso e di distanza. È lo stile dell’incarnazione che ci è chiesto di assumere. Nel mondo, tra la gente, vivendo il nostro Battesimo nell’ordinarietà dei giorni, possiamo essere profumo di Cristo. Riconoscendo i nostri limiti, ci è possibile custodire quella cura e quella attenzione che fanno la differenza in una società distratta, senza speranza e preoccupata di essere sempre efficiente, performante.

È quella prossimità che anche Filippo ha vissuto con l’eunuco. At 8,26ss è infatti il terzo sfondo biblico che ci educa ad accostarci agli altri senza imporci e giudicare, senza trasmettere semplici nozioni, bensì ponendoci accanto, accogliendo e generando domande, condividendo le ferite, le attese di chi incontriamo lungo il cammino.

Un cammino che è Gesù stesso. È Lui la via da percorrere, la verità e la vita, come il quarto Vangelo (Gv 14,1-11a) ci ha ricordato durante la celebrazione eucaristica. E il viaggio continua, sostenuto e rinfrancato anche dalle parole che abbiamo ascoltato da fr. Roberto e che hanno suscitato un ricco dialogo pomeridiano, nella ricerca assetata della Parola per la quale vale la pena vivere in pienezza.

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