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Ciclismo

Un “canguro” per il Giro?

di Mauro COLOMBO Redazione

7 Maggio 2010

Parte dall’Olanda il Giro d’Italia 2010. Sabato 8 maggio la 93a edizione della “corsa rosa” scatta da Amsterdam, dove si fermerà per tre giorni per poi tornare in Italia: qui si snoderà fino al traguardo finale di Verona (30 maggio). Sette arrivi per velocisti, quattro tappe a cronometro (una individuale di 8,4 km, una a squadre di 32,5 km, una cronoscalata di 12,9 km e quella conclusiva di 15,3 km fino all’Arena) e tante salite: Mortirolo, Gavia, Zoncolan, Plan de Corones, Tonale…
Dopo un avvio soft, le prime difficoltà sono sullo sterrato, con 10 km di “strade bianche” nella settima tappa Carrara-Montalcino. Il giorno dopo il primo arrivo in salita al Terminillo, mentre all’Aquila – omaggio all’Abruzzo ferito dal terremoto – arriverà la frazione più lunga (256 km, con tre Gpm e un arrivo in leggera salita).
Dalla quattordicesima tappa ecco le salite: Monte Grappa e arrivo ad Asolo, poi l’arrivo sullo Zoncolan e la durissima cronoscalata da San Virgilio di Marebbe a Plan de Corones. Nella Brescia-Aprica i corridori affronteranno il Mortirolo, nella Bormio-Ponte di Legno la “cima Coppi” del Gavia.
Un Giro per scalatori, dunque? Forse. Il principale favorito è il campione del mondo, l’australiano Cadel Evans, che ha sfoderato le sue credenziali vincendo alla grande la Freccia Vallone. Il suo handicap sembra la squadra, non particolarmente attrezzata. Tra gli altri pretendenti alla maglia rosa, Ivan Basso sembra in ritardo di condizione, anche se la forma può crescere lungo le tre settimane di corsa. Poi ci sono Carlos Sastre, vincitore di un Tour de France e a suo agio in salita, e soprattutto Alexandre Vinokourov, tornato protagonista con la vittoria di Liegi. Alla strada, come sempre, il verdetto. Parte dall’Olanda il Giro d’Italia 2010. Sabato 8 maggio la 93a edizione della “corsa rosa” scatta da Amsterdam, dove si fermerà per tre giorni per poi tornare in Italia: qui si snoderà fino al traguardo finale di Verona (30 maggio). Sette arrivi per velocisti, quattro tappe a cronometro (una individuale di 8,4 km, una a squadre di 32,5 km, una cronoscalata di 12,9 km e quella conclusiva di 15,3 km fino all’Arena) e tante salite: Mortirolo, Gavia, Zoncolan, Plan de Corones, Tonale…Dopo un avvio soft, le prime difficoltà sono sullo sterrato, con 10 km di “strade bianche” nella settima tappa Carrara-Montalcino. Il giorno dopo il primo arrivo in salita al Terminillo, mentre all’Aquila – omaggio all’Abruzzo ferito dal terremoto – arriverà la frazione più lunga (256 km, con tre Gpm e un arrivo in leggera salita).Dalla quattordicesima tappa ecco le salite: Monte Grappa e arrivo ad Asolo, poi l’arrivo sullo Zoncolan e la durissima cronoscalata da San Virgilio di Marebbe a Plan de Corones. Nella Brescia-Aprica i corridori affronteranno il Mortirolo, nella Bormio-Ponte di Legno la “cima Coppi” del Gavia.Un Giro per scalatori, dunque? Forse. Il principale favorito è il campione del mondo, l’australiano Cadel Evans, che ha sfoderato le sue credenziali vincendo alla grande la Freccia Vallone. Il suo handicap sembra la squadra, non particolarmente attrezzata. Tra gli altri pretendenti alla maglia rosa, Ivan Basso sembra in ritardo di condizione, anche se la forma può crescere lungo le tre settimane di corsa. Poi ci sono Carlos Sastre, vincitore di un Tour de France e a suo agio in salita, e soprattutto Alexandre Vinokourov, tornato protagonista con la vittoria di Liegi. Alla strada, come sempre, il verdetto.