Share

Progetto

“Un campo nel cortile”, aggregare e integrare nelle periferie

Presentati a Milano i risultati dell'iniziativa che vede Fondazione Cariplo, Fondazione Magnoni e Fondazione De Agostini collaborare per dotare il territorio di strutture sportive con una precisa valenza sociale: 9 campi di calcio già attivi presso altrettante parrocchie (7 in Diocesi)

Mauro COLOMBO Redazione

10 Marzo 2009

Un testimonial d’eccezione come il centrocampista del Milan Clarence Seedorf per un progetto volto a fare dello sport un veicolo di aggregazione e integrazione, oltre che uno strumento di formazione alla gestione consapevole e responsabile dei propri beni. “Un campo nel cortile” vede tre realtà – Fondazione Cariplo, Fondazione Magnoni e Fondazione De Agostini – mettere “in rete” idee e risorse per dotare il territorio di strutture sportive con una precisa valenza sociale: 9 campi di calcio già attivi presso altrettante parrocchie e altri 7 che si aggiungeranno nel corso dell’anno.
«Un progetto rivolto ai giovani e che si attua nelle periferie o nell’hinterland di Milano: queste le caratteristiche che ci hanno convinto a partecipare a “Un campo nel cortile”», ha sottolineato Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, facendo gli onori di casa all’incontro di presentazione svoltosi ieri a Milano. Nel merito dell’iniziativa è entrato invece Giorgio Magnoni, presidente dell’omonima Fondazione a carattere familiare, dedita a iniziative filantropiche sostenibili nel tempo. Nel 2004, individuata la parrocchia Maria Madre della Chiesa come significativo punto di riferimento nel quartiere Gratosoglio, la Fondazione Magnoni ha finanziato la creazione di un campo di calcio, di giorno a disposizione dei ragazzi, di sera affittabile a pagamento alle società sportive. «Grazie al fatto che la struttura potesse anche essere fonte di profitti (quantificabili in circa 10/15 mila euro all’anno) – ha spiegato Magnoni -, dagli iniziali contributi a fondo perso siamo passati a finanziamenti rimborsabili, anche per stimolare nei destinatari un senso di responsabilità in ordine alla manutenzione e alla gestione della struttura». Un testimonial d’eccezione come il centrocampista del Milan Clarence Seedorf per un progetto volto a fare dello sport un veicolo di aggregazione e integrazione, oltre che uno strumento di formazione alla gestione consapevole e responsabile dei propri beni. “Un campo nel cortile” vede tre realtà – Fondazione Cariplo, Fondazione Magnoni e Fondazione De Agostini – mettere “in rete” idee e risorse per dotare il territorio di strutture sportive con una precisa valenza sociale: 9 campi di calcio già attivi presso altrettante parrocchie e altri 7 che si aggiungeranno nel corso dell’anno.«Un progetto rivolto ai giovani e che si attua nelle periferie o nell’hinterland di Milano: queste le caratteristiche che ci hanno convinto a partecipare a “Un campo nel cortile”», ha sottolineato Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, facendo gli onori di casa all’incontro di presentazione svoltosi ieri a Milano. Nel merito dell’iniziativa è entrato invece Giorgio Magnoni, presidente dell’omonima Fondazione a carattere familiare, dedita a iniziative filantropiche sostenibili nel tempo. Nel 2004, individuata la parrocchia Maria Madre della Chiesa come significativo punto di riferimento nel quartiere Gratosoglio, la Fondazione Magnoni ha finanziato la creazione di un campo di calcio, di giorno a disposizione dei ragazzi, di sera affittabile a pagamento alle società sportive. «Grazie al fatto che la struttura potesse anche essere fonte di profitti (quantificabili in circa 10/15 mila euro all’anno) – ha spiegato Magnoni -, dagli iniziali contributi a fondo perso siamo passati a finanziamenti rimborsabili, anche per stimolare nei destinatari un senso di responsabilità in ordine alla manutenzione e alla gestione della struttura». Nelle parrocchie Dopo la prima esperienza, il progetto si è esteso ad altre realtà del Milanese e, grazie alla partnership con la Fondazione De Agostini (rappresentata all’incontro di ieri da Roberto Drago), anche al Novarese, per un investimento complessivo di circa due milioni di euro. Con la Diocesi di Milano, in particolare, è stato stipulato un accordo in base al quale si utilizza il diritto di superficie a garanzia dei finanziamenti effettuati. «In questa iniziativa abbiamo visto non solo una forma d’aiuto tecnico-economico alle parrocchie – ha rilevato don Enzo Barbante, responsabile dell’Ufficio amministrativo diocesano -, ma anche un supporto culturale: le caratteristiche di sostenibilità e continuità nel tempo di “Un campo nel cortile”, infatti, fanno sì che le parrocchie non solo si mettano a servizio del loro territorio, ma siano anche guidate a mantenersi e quindi ad acquisire risorse con le quali allargare ulteriormente il loro orizzonte di incontro, aggregazione e dialogo, anche nei confronti dei praticanti e dei non cristiani».Parole confermate da chi ha fatto esperienza diretta. Come padre Eugenio Brambilla, responsabile della Pastorale giovanile e della Caritas al Gratosoglio e «sacerdote-imprenditore» (la definizione è di Magnoni) nell’esperienza di “Un campo nel cortile” in Maria Madre della Chiesa: «Un campo di calcetto in sintetico per noi è diventato strumento di aggregazione (ogni pomeriggio vi giocano un centinaio di ragazzi), responsabilizzazione e acquisizione delle regole, oltre che fonte di ulteriori risorse per potenziare l’attività educativa». O come don Paolo Steffano, parroco a Sant’Arialdo di Baranzate: «Questo è un progetto partecipato, che mette in collaborazione soggetti diversi (le Fondazioni, le parrocchie, le società sportive), aiuta a indidividuare risorse umane altrimenti nascoste e, attraverso il gioco in compagnia, permette di conoscersi (soprattutto in una parrocchia ad alta presenza come la nostra) e quindi di abbassare la soglia di paura». L’applauso di Seedorf “Un campo nel cortile” si è meritato il plauso di un campione come Seedorf: «Anch’io, con una mia fondazione, in Olanda svolgo un’attività simile, che favorisce l’integrazione ed è riuscita a ridurre la criminalità del 30%. È importante – soprattutto in un Paese come l’Italia, dove a scuola si fa poco sport – che nascano iniziative condivise, utili a stimolare il talento in diverse discipline (non solo il calcio) e in grado di lasciare un segno nel tempo». Concetti ribaditi anche dall’Ad rossonero Adriano Galliani: «Il calcio in Lombardia è nato negli oratori e molti campioni sono cresciuti all’ombra dei campanili. La Fondazione Milan è impegnata in attività simili e complementari ed è disponibile a collaborare».Da aprile a giugno a Milano si svolgerà il 1° Trofeo delle Fondazioni di calcio a 7 rivolto alle aziende, organizzato in collaborazione con le associazioni sportive Quasi Gol e Sportlandi. “Un campo nel cortile” può contare sul supporto di Banca Prossima, nata specificamente per sostenere il no profit e il terzo settore, e «che non fa liberalità, ma prestiti, e si assume una parte del rischio», come ha spiegato l’Ad Marco Morganti. Sul sito www.uncamponelcortile.it tutte le informazioni e le caratteristiche del progetto. Le strutture realizzate in Diocesi – Madonna della Misericordia (Bresso)Maria Madre della Chiesa (Milano)S. Angela Merici (Milano)S. Arialdo (Baranzate)S. Giustino (Cesano Boscone)S. Marcellina (Milano)S. Maria delle Stelle (Melzo). – Il campo di Bresso, in erba sintetica, sarà inaugurato sabato 14 marzo alle 15.30. Nel corso del pomeriggio interverrà anche l’olimpionico di ginnastica Igor Cassina.�� –

Un'immagine della struttura a San Giustino di Cesano Boscone