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Scommessopoli

Il calcio delle retate

Un auspicio: l’indagine persegua senza indulgenze chi va perseguito e riabiliti senza reticenze chi è stato coinvolto senza colpa

di Mauro COLOMBO

29 Maggio 2012

Da tempo il campionato italiano non è più il più bello del mondo. Dopo Calciopoli, però, aveva cercato di rifarsi una credibilità, ora demolita dalle bordate di Scommessopoli. La terza “ondata” – successiva agli sviluppi dell’inchiesta di Cremona – ha portato all’arresto di 14 persone (tra cui il capitano della Lazio Mauri e l’ex genoano Milanetto) e all’iscrizione al registro degli indagati di 150 persone. Tra loro anche l’allenatore della Juventus neocampione d’Italia Antonio Conte (per fatti risalenti all’epoca in cui il tecnico sedeva sulla panchina del Siena) e il difensore della Nazionale Domenico Criscito, che così è stato escluso dalla spedizione azzurra che sta preparandosi per gli imminenti Europei.

Insomma, un altro terremoto. Come è giusto ribadire in occasione di ogni indagine, una persona è innocente fino a che non si dimostri la sua colpevolezza. Certo, quando scattano le manette è difficile pensare che, sotto il fumo, non ci sia anche l’arrosto. Le autodifese di Conte e Criscito sono state accorate e, come tali, vanno accettate e rispettate. Singolare, però, la considerazione del tecnico bianconero di non essere stato convocato dai magistrati prima che la sua abitazione venisse perquisita: stiamo parlando di indagini, non di bon ton… Stona il fatto che gli inquirenti abbiano deciso di perquisire la camera di Criscito nel ritiro azzurro, violando così il sancta sanctorum di Coverciano (cosa avrebbe mai dovuto nascondere lì?): accentuare le critiche su questo eccesso di spettacolarizzazione giudiziaria, però, equivarrebbe al classico “guardare il dito al posto della luna”.

Quindi non resta che augurarsi che l’indagine prosegua e si concluda presto e bene: perseguendo senza indulgenze chi va perseguito ed eventualmente riabilitando senza reticenze chi dovesse essere stato coinvolto senza colpa. E sperare che, dopo questa ennesima bufera, il calcio torni a essere lo sport in cui si segnano reti, e non quello in cui si effettuano retate.

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