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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

L’Arcivescovo: «Facciamo rete contro la “bestia” che sfrutta e impoverisce»

Ispirato all’Apocalisse l’intervento con cui monsignor Delpini ha concluso in Cattolica il convegno dedicato a illustrare la situazione del sovraindebitamento che spinge molte famiglie nel tunnel dell’usura e a presentare attività e strumenti in atto per contrastarlo

di Annamaria BRACCINI

1 Marzo 2024
Foto Avvenire

La “bestia” di una società ingiusta, che rappresenta ogni dittatura, che pare invincibile e che invece ognuno, con le proprie forze e alleanze di bene, può sconfiggere. La “bestia” che impone il suo sigillo, come si dice nel Libro dell’Apocalisse, che oggi ci può suggerire una visione della condizione presente. A concludere così la seconda edizione del convegno «La responsabilità sociale di Banca Mediolanum. Il prestito di soccorso al servizio delle fondazioni antiusura», è l’Arcivescovo, che raccoglie gli applausi prolungati e convinti delle molte persone – tra cui tanti studenti – che affollano l’Aula Pio XI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.  

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L’intervento dell’Arcivescovo

Dal riferimento all’Apocalisse, nei capitoli 13 e 14, prende infatti spunto il suo intervento: «Questo spettacolo angosciante di una bestia che imprime il suo sigillo forse allude a ogni dittatura, al fatto che per fare affari bisogna avere la tessera di un partito, far vedere che si appartiene alla bestia e che vi sono, così, degli esclusi. Questo mi pare possa offrirci una allusione al sistema finanziario, economico, di potere che domina il mondo in cui viviamo e che induce gli uomini a compiere assurdità, a compiere disastri che distruggono il pianeta, a fare guerre che usano quantità di soldi inimmaginabili per uccidere, per distruggere paesi e monumenti storici. L’immagine apocalittica mi suggerisce di esprimere il mio apprezzamento per ciò che, invece, si è visto e raccontato in questa assise».

«Noi facciamo parte della schiera dei 144 mila che richiama l’Apocalisse – “coloro che recano scritto sulla fronte il nome dell’Agnello” – e che rifiutano la logica dello sfruttamento. Voglio rendere omaggio a coloro che, di fronte a un sistema che si mette a servizio di una potenza indecifrabile e ostile, si alzano in piedi e dicono no a una logica antiumana. Noi non abbiamo le risorse di un sistema che domina le persone, ma doniamo un po’ di tempo e di buona volontà – quello che abbiamo -, dicendo che non ci stiamo e che vogliamo intraprendere una strada nuova, non considerando il denaro come uno scopo, come se la banca avesse come scopo principale fare soldi con i soldi, ma recuperando l’intenzione originaria degli istituti di credito, che nascono, appunto, per fare credito. Noi vogliamo immaginare che coloro che non hanno diritto a vendere o comprare nulla possano essere aiutati».

Un momento del convegno

L’elogio del piccolo gesto

«Non ho altre parole da dire se non questa ammirazione per chi fa popolo, gente che, sentendosi incoraggiata gli uni dagli altri, di fronte a un sistema che sembra invincibile, con il dono cristiano, la buona volontà, con l’intelligenza che il Signore ci ha donato, la capacità di stringere rapporti, di fare rete e di sognare insieme, dice che la bestia non vincerà», scandisce ancora l’Arcivescovo.    

E se l’Apocalisse allude evidentemente al giudizio universale, occorre comprendere che questo giudizio «non è alla fine della storia, ma è qui, oggi» e implica per ognuno la responsabilità di testimoniare che «questo sistema ingiusto, che arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri, non starà in piedi per sempre» e che «pur non potendo immaginare una trasformazione improvvisa e radicale, ci rendiamo conto che le piccole cose che possiamo fare sono un principio di rinnovamento, ci aprono a una speranza. Ci permettono di capire che il progetto di un umanesimo che valorizza le persone non è una favola. Questo è il mio tributo di omaggio alle persone fiere, competenti, generose».

Il sovraindebitamento delle famiglie

Come quelle che per un intero pomeriggio si sono alternate al tavolo dei relatori del convegno: docenti, economisti, volontari, i vertici di Banca Mediolanum e dell’omonima Fondazione.   

«Si stima che più di 5 milioni di famiglie italiane siano attualmente in difficoltà finanziarie, con un aumento del 25% rispetto al 2021. I dati del Registro Nazionale degli Indebitati mostrano che, nel 2022, si è avuto un aumento del 10% dei casi di sovraindebitamento rispetto all’anno precedente», ha sottolineato in apertura Elena Beccalli, preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica.

Le fasce della popolazione più esposte al fenomeno sono i nuclei genitoriali con figli, ma non sempre minori, spesso con un solo genitore, in prevalenza donna. Famiglie che vivono in affitto, ma nel 40% circa hanno una casa di proprietà, nel 17% dei casi con un mutuo da pagare. E anche se il reddito disponibile è cresciuto nel 2022, «l’alta inflazione ne ha eroso il valore reale, per cui particolare attenzione va riservata all’elevato rischio di infiltrazione criminale da parte di organizzazioni», mette in guardia Beccalli.

Osservazioni cui ha fatto eco Antonella Sciarrone Alibrandi, ordinario di Diritto dell’economia in Cattolica e direttore dell’Osservatorio sul debito privato promosso dall’Ateneo, evidenziando l’importanza, nella logica indicata dall’Arcivescovo, di fare rete e «di dotarsi di strumenti adatti a leggere la situazione, come appunto l’Osservatorio. Iniziative come il prestito di soccorso vanno in questa direzione: sono lungimiranti ed efficaci per costituire garanzie in favore di persone che sono a rischio di cadere nella rete dell’usura».

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Il ruolo delle Fondazioni antiusura diocesane

Parole condivise da Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana e presidente della Consulta nazionale delle Fondazioni antiusura San Giovanni Paolo II (che riunisce oggi 35 realtà di carattere diocesano), oltreché della Fondazione San Bernardino, espressione delle 10 Diocesi lombarde: «Rispondiamo a persone in difficoltà economica soprattutto per la mancata conoscenza degli strumenti economici, per la non previsione del peso delle rate o delle proposte delle finanziarie, per l’affidarsi al gioco di azzardo. A volte – nota Gualzetti – accompagniamo queste persone con un ascolto che dura mesi: è un intervento che arriva fino all’aiuto economico, ma anzitutto ci sta a cuore il problema educativo. Cerchiamo di affrontare e rimuovere le vere cause che portano all’indebitamento e a ricorrere all’usura come soluzione facile. Creiamo alleanze per cambiare regole e strumenti, volendo rivedere anche la legge 108».

Di strumenti adeguati parla anche Giorgio Gobbi, direttore della Banca d’Italia a Milano: «Se le istituzioni vogliono contribuire a sconfiggere l’usura e a garantire il buon andamento del credito legale, è fondamentale avere gli strumenti giusti per una regolamentazione giusta. Attualmente, su 25 milioni di famiglie italiane, più di 6 milioni hanno debiti e 70 mila non riescono a ripagarli».

Un identikit del sovraindebitamento confermato dal resoconto di 15 anni di attività di prestito di soccorso condotto da Banca Mediolanum sul territorio nazionale, tramite un lavoro coordinato con i Centri di ascolto parrocchiali, le Fondazioni diocesane antiusura e i volontari. Dal 2009 oltre 5 milioni di euro erogati che, con un importo medio di 10.300 euro nel 2023 e un tasso di interesse simbolico pari all’1,25%, hanno consentito di aiutare più di 600 famiglie con un’interlocuzione diretta che ha riguardato soprattutto le donne presenti nel nucleo familiare, «molto più affidabili dal punto di vista finanziario».  

Il numeroso pubblico presente

La rete virtuosa del prestito di soccorso

Così come ha raccontato Giovanni Pirovano, presidente di Banca Mediolanum, che collabora con 15 Fondazioni antiusura – ormai organico il primo di questi rapporti nato con la San Bernardino e Caritas ambrosiana – per un plafond complessivo di stanziamenti pari a 4.400.000 di euro destinati a crescere:

«Dal 2009 a oggi, 2/3 dei prestiti sono stati destinati a donne, a famiglie a basso reddito con figli a carico, ma anche a precari e pensionati. Tra le principali motivazioni dell’indebitamento rientrano perdita del lavoro, spese per la casa, separazioni e lutti familiari, malattie e cure sanitarie, vari tipi di dipendenze. Un percorso virtuoso, visto che quasi il 90% delle famiglie riesce a rimborsare regolarmente il prestito, manifestando anche progressi in ambito di educazione finanziaria grazie anche al supporto dei consulenti qualificati». Un impegno reso possibile grazie ai volontari, spesso professionisti, che offrono un po’ del loro tempo, come hanno delineato le quattro testimonianze di altrettanti operatori delle Fondazioni antiusura di Palermo, Genova, Roma e Napoli.

«Siamo una comunità di persone: se qualcuno chiede aiuto, un’azienda di successo come Mediolanum non può che rispondere di sì», conclude Sara Doris (figlia di Ennio, fondatore dell’istituto bancario), vicepresidente di Banca Mediolanum e presidente di Fondazione Mediolanum: «Attraverso il prestito di soccorso, si rende tangibile e concreta l’inclusione finanziaria e bancaria in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, rispondendo al primo e all’ottavo obiettivo: la lotta alla povertà e la crescita economica».

 

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