L’estate è il momento-clou per gli oratori della Diocesi di Milano. Anche quest’anno, dopo la chiusura delle scuole, saranno attesi circa 300 mila bambini che, grazie anche alla collaborazione di animatori, volontari, educatori e sacerdoti, parteciperanno all’esperienza dell’oratorio estivo.
Intanto, però, le attività per offrire ai giovanissimi ambrosiani esperienze formative al passo coi tempi continuano a rinnovarsi. Sono tanti i fronti che vedranno impegnati gli oratori nei prossimi mesi. Come rispondere alle nuove esigenze dei giovani in un contesto che cambia? Lo spiega don Stefano Guidi, direttore della Fom (Fondazione Oratori Milanesi), che ha messo a punto un progetto specifico.
Quali sono le principali sfide che gli oratori dovranno affrontare nel 2025?
Questo nuovo anno rappresenta una fase cruciale in cui dovremo confrontarci con trasformazioni profonde nella società e nella Chiesa. Gli oratori stanno vivendo una stagione di cambiamento che investe tre dimensioni principali: i giovani, le famiglie e la comunità ecclesiale. La sfida più grande è capire come rimanere fedeli alla propria identità, pur innovando nelle forme e nei metodi.

Come si inserisce in questo contesto il progetto «Èoratorio»?
Il progetto, nato dal lavoro congiunto con alcuni soggetti diocesani e con le università milanesi, ha l’obiettivo di rispondere a queste nuove problematiche. Si vuole intercettare e accompagnare i cambiamenti con un approccio educativo integrato e condiviso. Non si tratta solo di analizzare il presente, ma anche di immaginare il futuro: cosa deve diventare l’oratorio? Stiamo lavorando a stretto contatto con le realtà locali per individuare quei modelli innovativi in grado di rispondere ai bisogni del nostro tempo, proponendo soluzioni concrete che permettano agli oratori di essere rilevanti e significativi per le comunità che servono. In questo senso è stata avviata negli ultimi mesi una importante collaborazione con il Comune di Milano. Essa si aggiunge al rapporto consolidato con la Regione Lombardia che, tra le altre cose, ci aiuta nella realizzazione del progetto “Giovani in cammino” per contrastare il disagio giovanile, in cui sono coinvolti gli oratori delle dieci Diocesi della Lombardia, riunitei sotto l’acronimo Odielle (Oratori Diocesi Lombarde),.
Qual è il ruolo dello sport in questo nuovo modo di pensare gli oratori?
Lo sport sarà un elemento centrale della nostra strategia per il 2025, uno degli strumenti decisivi per creare relazioni e favorire la crescita personale dei giovani. In particolare, in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina, abbiamo avviato già da due anni il progetto «Orasport on fire tour» (che quest’anno giunge alla sua conclusione), per portare i valori olimpici – eccellenza, solidarietà e rispetto – al centro del processo educativo dei ragazzi. In tutti gli oratori della Diocesi sono state attivate esperienze formative e sportive, coinvolgendo ragazze e ragazzi con il contributo di campioni dello sport olimpico e paraolimpico invitati a testimoniare le loro esperienze con video e incontri in presenza. Inoltre, anche con la collaborazione con enti come il Coni regionale dimostra quanto sia forte l’attenzione della Diocesi verso il mondo sportivo. Questa sinergia è fondamentale per costruire un oratorio che sappia parlare ai giovani e attrarli in modo autentico.
Il 2025 è anche l’anno del Giubileo, durante il quale sarà canonizzato Carlo Acutis (27 aprile). Cosa significa il suo esempio per i giovani ambrosiani?
Carlo Acutis è un modello di santità contemporanea che ci parla direttamente. La sua figura rappresenta una sintesi perfetta tra fede e modernità, qualcosa di cui i giovani hanno davvero bisogno oggi. La sua testimonianza continuerà a ispirarci nel costruire l’oratorio capace di dialogare con i giovani e accompagnarli nella loro vita quotidiana.