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Guerra

«Come credenti siamo chiamati a costruire la pace»

Videomessaggio dell’Arcivescovo all’incontro pubblico sul conflitto in Ucraina promosso da Fondazione Ambrosianeum, in collaborazione con Istituto Auxologico Italiano e Università Cattolica. Interviste agli altri relatori

23 Maggio 2022
I relatori intervenuti al convegno

«Che cos’è la pace? Un sistema di relazioni positive e costruttive tra le persone, non comandate da ragioni politiche, ma rese possibili dalla persuasione che uomini e donne sono chiamati a essere fratelli e sorelle. Il principio della pace è l’incontro, lo sguardo che incrocia lo sguardo, la mano che stringe la mano…».

È il nucleo centrale del videomessaggio che l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini – a Roma per partecipare ai lavori dell’Assemblea generale della Cei – ha inviato all’incontro pubblico «Ucraina: una pace da costruire»» che Fondazione Ambrosianeum, in collaborazione con Istituto Auxologico Italiano e Università Cattolica del Sacro Cuore, ha organizzato oggi pomeriggio presso la propria sede a Milano e su YouTube.

Il collegamento con monsignor Svjatoslav Shevchuk
Il collegamento con monsignor Svjatoslav Shevchuk

L’Arcivescovo ha ringraziato monsignor Svjatoslav Shevchuk, Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, per la sua partecipazione all’incontro (in videocollegamento) e per la «testimonianza di fede» espressa in tanti messaggi, in cui ha esortato alla «fiducia in Dio» e alla «preghiera per la pace e anche per i nemici». «Apprezzo la certezza che mi ha trasmesso, che il Signore opera nei cuori e può chiamare a conversione anche popoli ostili gli uni agli altri», ha sottolineato.

L’Arcivescovo ha ricordato la visita compiuta in Ucraina con i giovani preti ambrosiani qualche anno fa: «A Kiev non si sentiva il rumore della guerra, ma nei giardini si vedevano le immagini dei caduti e si percepiva la drammaticità della situazione…», ha raccontato. «Siamo sconvolti e impressionati dal male che questa aggressione sta provocando al popolo ucraino – ha ribadito -. Esprimo la partecipazione a questo dolore a nome della Chiesa di Milano, che insieme alla società civile si è manifestata particolarmente sensibile e capace di aiutare, inviando medicinali e viveri e accogliendo chi portava negli occhi il dramma che stava vivendo nel lasciare il suo Paese».

In primo piano don Igor Krupa, cappellano della Comunità ucraina milanese
In primo piano don Igor Krupa, cappellano della Comunità ucraina milanese

Monsignor Delpini ha parlato delle persone ospitate nelle parrocchie e nelle strutture ecclesiali e della collaborazione prestata anche dalle istituzioni sanitarie per far fronte ad alcune emergenze mediche. «La solidarietà si è espressa in tanti modi – ha ribadito -, ma di fronte alla guerra è inadeguata e impotente. La vera soluzione è costruire la pace. Noi crediamo che siamo chiamati a costruire la pace, come credenti in Dio che pregano il Signore di toccare il cuore di tutti. Prego il Signore – ha concluso – che inizi un tempo di preghiera, di incontri personali, di fraternità».

 

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Al convegno, introdotto e coordinato da Marco Garzonio, presidente di Ambrosianeum, psicoanalista e giornalista, oltre a monsignor Shevchuk sono intervenuti monsignor Francesco Braschi (direttore della Classe di Slavistica dell’Accademia Ambrosiana), Raul Caruso (ordinario di Politica economica, titolare della cattedra di Economia della pace all’Università Cattolica di Milano), Cristian Colţeanu (diplomatico, già Ambasciatore di Romania in Italia), Oana Grigorescu (coordinatrice di Fundația Pentru Inovatii Sociale Regina Maria, Corbeanca, Romania) e Luminita Rotaru (direttore sanitario di Cardiorec Auxologico Romania).

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