Consegnare il «Credo», il simbolo della fede, ai catecumeni, cioè a coloro che si apprestano a diventare cristiani con il Battesimo. È questo il significato della Traditio Symboli, un momento che la Chiesa colloca da sempre nel sabato precedente la domenica delle Palme. La Veglia in traditione Symboli di quest’anno sarà sabato 12 aprile alle 20.45 in Duomo, alla presenza dell’Arcivescovo. Come ormai da alcuni anni, oltre ai catecumeni saranno presenti i giovani della diocesi, che rinnoveranno la propria professione di fede.
Il gesto della Traditio nasce legato proprio al catecumenato, come spiega don Matteo Dal Santo, responsabile del Servizio per la Catechesi della diocesi: «Già anticamente la Traditio Symboli era la consegna ai catecumeni del Credo, che veniva studiato a memoria e poi recitato durante la Veglia pasquale, quando per tradizione venivano battezzati i nuovi cristiani. Nella nostra diocesi, da diversi anni, prima della Veglia in traditione Symboli, i catecumeni si trovano nel Centro pastorale di via Sant’Antonio, dove vivono un momento di ritiro, poi un lavoro a gruppi insieme ai loro accompagnatori e, a seguire, l’incontro con l’Arcivescovo, durante il quale raccontano la loro esperienza e pongono una domanda. Quest’anno, in modo particolare, il ritiro verterà sul tema del “dopo”, cioè su come continua il cammino dopo aver ricevuto i Sacramenti della vita cristiana».
Durante la Veglia, nel momento della Traditio vera e propria l’Arcivescovo consegnerà il Credo nelle mani dei catecumeni, mentre alcuni incaricati lo consegneranno ai giovani. «Un altro momento che contraddistingue la Veglia – aggiunge don Dal Santo – è la testimonianza, che quest’anno non sarà di un catecumeno, ma di un neofita, cioè una persona che ha ricevuto da poco il Battesimo. Ci sono insomma diversi cammini che si intersecano: il neofita, già da un po’ sulla strada; i catecumeni, che iniziano il loro cammino; i giovani, che rinnovano invece la loro scelta di seguire il Signore».
«I catecumeni sono giovani adulti che desiderano diventare cristiani – ricorda don Dal Santo -. Per loro è previsto un cammino di preparazione che dura due anni, durante il quale leggono il Vangelo di Matteo insieme ai loro accompagnatori, cioè catechisti che li seguono a livello personale. In parallelo, vengono introdotti nella vita della loro comunità. I catecumeni nella nostra diocesi sono sempre tra gli 80 e i 90 ogni anno. La tendenza ultima è che stanno diventando sempre più giovani: un terzo di loro ha meno di 30 anni, quindi fa capo alla pastorale giovanile. Per metà sono nati in Italia».
Una tendenza che dimostra, secondo don Dal Santo, «innanzitutto, che è possibile diventare cristiani a ogni età, ma soprattutto che c’è un fermento di vita nella Chiesa, che ci sono persone che cercano, che si pongono domande di senso a partire dalla vita, e che trovano nella fede del Vangelo alcune risposte alla loro ricerca».








