La seconda giornata della visita pastorale di monsignor Delpini a Garoua è stata caratterizzata da diversi incontri. A partire da quello, in forma privata, con l’Arcivescovo di Garoua, monsignor Faustin Ambassa Ndjodo: un confronto sulla presenza dei fidei donum ambrosiani e sulla collaborazione in atto tra le due Diocesi. I due Arcivescovi hanno poi ricevuto la visita del Governatore della regione del Nord del Camerun, per uno sguardo sulla presenza della Chiesa cattolica in questo territorio.
Al termine della mattinata si è svolta la visita al Re di Garoua, che è stata l’occasione per scoprire la realtà di questa istituzione tradizionale, con la quale la Chiesa di Garoua deve confrontarsi. Dopo le presentazioni di rito e la duplice preghiera dell’Arcivescovo e dell’Imam musulmano, si è svolto un colloquio personale e c’è stato anche il tempo per visitare la casa del Re.
L’incontro con il clero
Nel pomeriggio l’Arcivescovo ha incontrato preti, religiosi e religiose della Diocesi di Garoua. Dopo i saluti, che hanno ripercorso i 35 anni di collaborazione tra le due Diocesi, l’Arcivescovo ha tenuto una conferenza rispondendo a questa domanda: «Qual è l’opera di Dio nella storia di Milano?». Monsignor Delpini l’ha individuata nell’azione dello Spirito, capace di generare una fede che plasma e trasforma la vita. Di quest’opera ha citato diversi frutti: una liturgia particolare, qual è quella ambrosiana; la testimonianza di numerosi Santi milanesi, tra cui i Vescovi del XX secolo; la cura per l’educazione e l’annuncio della Parola.
La Messa
Al termine della giornata l’Arcivescovo di Milano ha poi presieduto la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Santa Teresa. Durante l’omelia, ha esortato i fedeli a riconoscere in Cristo la luce che dissipa le tenebre della paura, del malcontento e dell’egoismo.
La giornata si è poi conclusa con una cena in fraternità.
Leggi anche:
Calorosa accoglienza per l’Arcivescovo in Camerun