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Santa Sede

Vaticano, bilanci in rosso

Anche per via della crisi: cresce l'Obolo di San Pietro

13 Luglio 2010

Chiudono in rosso i bilanci 2009 della Santa Sede e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, mentre si registra un incremento dell’Obolo di San Pietro. I dati sono stati resi noti sabato 10 luglio, al termine della riunione del Consiglio di cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede. Chiudono in rosso i bilanci 2009 della Santa Sede e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, mentre si registra un incremento dell’Obolo di San Pietro. I dati sono stati resi noti sabato 10 luglio, al termine della riunione del Consiglio di cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede. Santa Sede e Governatorato Il bilancio della Santa Sede, per il 2009, registra entrate per 250.182.364 euro e uscite per 254.284.520 euro, con un disavanzo d’esercizio di 4.102.156 euro. «Le uscite – precisa un comunicato della Sala Stampa vaticana – sono da attribuirsi per la maggior parte alle spese ordinarie e straordinarie dei dicasteri e organismi della Santa Sede, i quali, con la loro specifica attività, partecipano alla cura pastorale del Sommo Pontefice nei confronti della Chiesa universale. In tale ambito è stato considerato l’intero sistema delle comunicazioni della Santa Sede, con particolare attenzione alla Radio Vaticana».Una “macchina” che complessivamente impiega 2.762 persone, di cui 766 ecclesiastici, 344 religiosi (261 uomini e 83 donne), 1.652 laici (1.201 uomini e 451 donne). Altre 1.891 persone, di cui 38 religiosi, 27 religiose, 1.543 laici e 283 laiche, prestano servizio nel Governatorato, anche se la sua attività «è indipendente da contributi provenienti dalla Santa Sede o da altre istituzioni, dal momento che tale amministrazione provvede in modo autonomo a far fronte alle proprie necessità economiche». Il Governatorato «provvede alla gestione del territorio, delle istituzioni e delle strutture, nonché all’esercizio di attività di supporto alla Santa Sede», e se, «come altri Stati, anche quest’anno il Vaticano ha risentito degli effetti della crisi economico-finanziaria internazionale, chiudendo con un disavanzo di 7.815.183 euro», c’è da registrare un «contenimento dei costi» che ha portato a «una variazione in positivo rispetto all’anno precedente di quasi 7,5 milioni di euro», permettendo di recuperare «la perdita del settore finanziario generatasi nel 2008». In crescita le offerte per la carità del Papa Per quanto riguarda l’Obolo di San Pietro, invece, «rispetto all’anno precedente, si è registrato – riporta la nota vaticana – un incremento dei donativi presentati dalle diocesi, dalle comunità religiose e dai singoli fedeli». L’Obolo è costituito dall’insieme delle offerte che pervengono al Santo Padre dalle Chiese particolari, soprattutto in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, dagli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica, da fondazioni e da singoli fedeli, per un importo complessivo che, nel 2009, è ammontato a 82.529.417 dollari (pari a oltre 65 milioni di euro). I maggiori contributi nel 2009 sono pervenuti dai cattolici degli Stati Uniti, dell’Italia e della Francia; si conferma significativo, in rapporto al numero dei cattolici, il contributo di Corea e Giappone. «Tali contributi – precisa la Sala Stampa – sono da distinguersi chiaramente da quelli stabiliti da accordi bilaterali, come per esempio l’Otto per mille in Italia, di cui non beneficia la Santa Sede, ma che sono destinati alle Chiese particolari, per attività di culto e di carità». Dai cattolici italiani un importo «particolarmente significativo» Nell’ultima assemblea della Cei, il segretario generale monsignor Mariano Crociata aveva presentato i dati della raccolta italiana relativi al 2009, che hanno registrato un incremento del 28% rispetto all’anno precedente, passando da 2.660.585,97 a 3.405.580,21 euro. Un «buon recupero», lo ha definito monsignor Crociata, «particolarmente significativo, se si tiene conto degli effetti della crisi economica e della coincidenza con talune collette legate a eventi straordinari, primo fra tutti il terremoto in Abruzzo».«La generosità manifestata dai nostri fedeli – ha detto in quella circostanza il segretario generale della Cei – è ulteriore conferma del nostro dovere di promuovere, a livello diocesano e parrocchiale, adeguate iniziative di sensibilizzazione nei confronti della Giornata del 27 giugno», in cui è stato raccolto l’Obolo 2010. Tali iniziative hanno visto in prima linea i mezzi d’informazione cattolica: i 187 settimanali della Fisc, Sir, Avvenire, Tv2000, la rete radiofonica InBlu.