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Milano

L’Arcivescovo tra i piccoli rom

Questa mattina, dopo la visita all'Icam,�il cardinale Tettamanzi si è recato al campo di via Triboniano, dove ha sostato in preghiera con i bambini

di Silvio MENGOTTO Redazione

23 Dicembre 2010

Come per i viandanti la casa di Gesù, più che il tempio, è la strada, dove – dice Erri De Luca – «va da zingaro nel deserto delle persone, al domicilio fragile dei loro accampamenti». Così è stata la straordinaria visita del cardinale Dionigi Tettamanzi ai bambini rom del campo di via Triboniano, nella tarda mattinata di oggi.
Dopo la visita alle madri detenute e ai loro figli presso l’Icam, l’Arcivescovo ha voluto incontrare i bambini rom. Un’attenzione «ai piccoli in difficoltà» che il cammino pastorale sulle orme di San Carlo sollecita la Diocesi a impegnarsi «a un gesto straordinario di carità»: nei prossimi giorni l’Arcivescovo compirà altri gesti di attenzione in questa ottica.
L’intensità della pioggia non ha scalfito la tensione emotiva e la gioia di questa visita. Per l’intera durata dell’incontro l’Arcivescovo è stato letteralmente circondato dai bambini rom. Alla visita erano presenti il pope ortodosso Traian, conosciuto dalla comunità di Triboniano, e don Luigi Pieraboni, che da anni vive a fianco dei rom italiani.
Il pope appende sopra un filo spinato un’icona russa per la preghiera. Don Virginio Colmegna e Milly Moratti ricevono l’Arcivescovo all’entrata del campo. Antonietta Spinella, presidente del comitato delle famiglie che abitano vicino al campo rom, porta il suo saluto al Cardinale: «Ci sentiamo un po’ come la capanna che ha accolto Gesù. Le esperienze di questi ultimi vent’anni, purtroppo negative, ci hanno fatto ben capire che è indispensabile cessare la realtà del campo nomadi sia per chi sta dentro che per coloro che vivono attorno». Pur vivendo da anni una situazione di forte disagio, prosegue, «abbiamo comunque e fortemente voluto, sin dall’inizio, collaborare con le istituzioni e la Casa della Carità al percorso del “progetto Triboniano” perché crediamo, ogni giorno di più, che ogni uomo debba divenire cosciente, suo malgrado, di essere parte integrante della comunità della quale ha deciso di fare parte godendo degli onori ma assumendosi anche gli oneri».
Dopo la lettura del Vangelo di Luca sulla nascita di Gesù a Betlemme, l’Arcivescovo commenta che, come capitò a Giuseppe e Maria («non c’era posto nell’albergo»), anche per i rom ci sono difficoltà nel trovare uno spazio nella città per crescere e sfruttare l’opportunità apertasi per molti bambini di frequentare la scuola dell’obbligo, attraverso la quale aumentano le possibilità personali e familiari di integrarsi nel contesto sociale, nel rispetto delle leggi.
Il tema della scolarizzazione è al centro del saluto di Ana Maria Ilie, giovane studentessa abitante nel campo di via Triboniano. Con molta emozione Ana, rivolgendosi direttamente al Cardinale, dice: «Sono al campo di via Triboniano da 13 anni e vivo con la mia famiglia in un container. Ho passato qui la mia infanzia e nonostante le grandi difficoltà di questo posto, ho continuato a frequentare le scuole elementari fino alle medie… Attualmente frequento la scuola superiore perché da grande mi piacerebbe fare la segretaria. I miei sogni sono sempre gli stessi, uscire da questo campo e vivere in una casa, perché per noi ragazzi è difficile spiegare ai nostri compagni di scuola dove abitiamo».
L’Arcivescovo si compiace dell’incontro, fatto anche di preghiera. Un incontro tra rom e gady che ben esprime l’esistenza di risorse per continuare positivamente insieme la strada individuata e percorsa. Il pope Traian intona in romeno la preghiera del Padre Nostro, poi recitata in italiano dal Cardinale insieme a tutti i bambini e le famiglie. Un’orchestra zigana, formata da alcuni violini e da una fisarmonica, dedica un brano di Bach a Tettamanzi. Sotto la pioggia, sempre più intensa, in forma strettamente privata il Cardinale prosegue la sua visita recandosi da alcune famiglie rom nelle loro baracche. Più di una donna si avvicina con il neonato tra le braccia: l’Arcivescovo, sorridendo, li abbraccia e li benedice. Come per i viandanti la casa di Gesù, più che il tempio, è la strada, dove – dice Erri De Luca – «va da zingaro nel deserto delle persone, al domicilio fragile dei loro accampamenti». Così è stata la straordinaria visita del cardinale Dionigi Tettamanzi ai bambini rom del campo di via Triboniano, nella tarda mattinata di oggi.Dopo la visita alle madri detenute e ai loro figli presso l’Icam, l’Arcivescovo ha voluto incontrare i bambini rom. Un’attenzione «ai piccoli in difficoltà» che il cammino pastorale sulle orme di San Carlo sollecita la Diocesi a impegnarsi «a un gesto straordinario di carità»: nei prossimi giorni l’Arcivescovo compirà altri gesti di attenzione in questa ottica.L’intensità della pioggia non ha scalfito la tensione emotiva e la gioia di questa visita. Per l’intera durata dell’incontro l’Arcivescovo è stato letteralmente circondato dai bambini rom. Alla visita erano presenti il pope ortodosso Traian, conosciuto dalla comunità di Triboniano, e don Luigi Pieraboni, che da anni vive a fianco dei rom italiani.Il pope appende sopra un filo spinato un’icona russa per la preghiera. Don Virginio Colmegna e Milly Moratti ricevono l’Arcivescovo all’entrata del campo. Antonietta Spinella, presidente del comitato delle famiglie che abitano vicino al campo rom, porta il suo saluto al Cardinale: «Ci sentiamo un po’ come la capanna che ha accolto Gesù. Le esperienze di questi ultimi vent’anni, purtroppo negative, ci hanno fatto ben capire che è indispensabile cessare la realtà del campo nomadi sia per chi sta dentro che per coloro che vivono attorno». Pur vivendo da anni una situazione di forte disagio, prosegue, «abbiamo comunque e fortemente voluto, sin dall’inizio, collaborare con le istituzioni e la Casa della Carità al percorso del “progetto Triboniano” perché crediamo, ogni giorno di più, che ogni uomo debba divenire cosciente, suo malgrado, di essere parte integrante della comunità della quale ha deciso di fare parte godendo degli onori ma assumendosi anche gli oneri».Dopo la lettura del Vangelo di Luca sulla nascita di Gesù a Betlemme, l’Arcivescovo commenta che, come capitò a Giuseppe e Maria («non c’era posto nell’albergo»), anche per i rom ci sono difficoltà nel trovare uno spazio nella città per crescere e sfruttare l’opportunità apertasi per molti bambini di frequentare la scuola dell’obbligo, attraverso la quale aumentano le possibilità personali e familiari di integrarsi nel contesto sociale, nel rispetto delle leggi.Il tema della scolarizzazione è al centro del saluto di Ana Maria Ilie, giovane studentessa abitante nel campo di via Triboniano. Con molta emozione Ana, rivolgendosi direttamente al Cardinale, dice: «Sono al campo di via Triboniano da 13 anni e vivo con la mia famiglia in un container. Ho passato qui la mia infanzia e nonostante le grandi difficoltà di questo posto, ho continuato a frequentare le scuole elementari fino alle medie… Attualmente frequento la scuola superiore perché da grande mi piacerebbe fare la segretaria. I miei sogni sono sempre gli stessi, uscire da questo campo e vivere in una casa, perché per noi ragazzi è difficile spiegare ai nostri compagni di scuola dove abitiamo».L’Arcivescovo si compiace dell’incontro, fatto anche di preghiera. Un incontro tra rom e gady che ben esprime l’esistenza di risorse per continuare positivamente insieme la strada individuata e percorsa. Il pope Traian intona in romeno la preghiera del Padre Nostro, poi recitata in italiano dal Cardinale insieme a tutti i bambini e le famiglie. Un’orchestra zigana, formata da alcuni violini e da una fisarmonica, dedica un brano di Bach a Tettamanzi. Sotto la pioggia, sempre più intensa, in forma strettamente privata il Cardinale prosegue la sua visita recandosi da alcune famiglie rom nelle loro baracche. Più di una donna si avvicina con il neonato tra le braccia: l’Arcivescovo, sorridendo, li abbraccia e li benedice. – I numeri – Alcuni numeri riguardanti i ragazzi che abitano nel campo rom di via Triboniano:- I minori presenti oggi nel campo di via Triboniano sono 194- Negli ultimi 10 anni nel campo di via Triboniano sono nati 98 bambini- Dei bambini presenti oggi nel campo, 20 frequentano la scuola materna, 60 frequentano le scuole elementari, 40 frequentano le scuole medie – I saluti (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/visita_triboniano_testi.pdf) – Photogallery