Sirio 26-29 marzo 2024
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Appunti sul vescovo santo (6)

La dura vita del prete quando va controcorrente

di MARIO Il segretario Redazione

13 Dicembre 2010

I preti si lamentano. È difficile far passare le novità che entusiasmano il cardinale Carlo Borromeo. Il curato di Taceno è stato insultato in piazza e inseguito fino in chiesa: aveva contestato balli e festini. Il prevosto di Vimercate per lo stesso motivo è stato preso a male parole dal nobile Gerolamo. Il prevosto e vicario foraneo di Olgiate si è beccato una pugnalata al braccio da messer Filippo Maria: gli ha ricordato il dovere di confessarsi almeno una volta all’anno. Il prevosto di Seregno se l’è vista brutta: s’è permesso di richiamare alla serietà alcune ragazze della dottrina. I preti si lamentano, almeno quelli che si sono messi di buona volontà ad applicare le riforme del Cardinale. Si scontrano con il malcontento della gente, con le pretese dei signorotti, con le proteste di quelli che dicono d’essere bravi cristiani solo perché non mancano alle feste patronali. I preti si lamentano e scrivono al Cardinale. Quasi ogni giorno riceviamo lo sfogo di un prete e le notizie di un maltrattamento. Il Cardinale risponde a tutti e a tutti dice la stessa cosa: «Qualcuno vi ha forse promesso vita facile e giorni senza fastidi? È proprio questo il segno che fate il vostro dovere: se soffrite qualche cosa per amore del Signore e della sua Chiesa». I preti si lamentano. È difficile far passare le novità che entusiasmano il cardinale Carlo Borromeo. Il curato di Taceno è stato insultato in piazza e inseguito fino in chiesa: aveva contestato balli e festini. Il prevosto di Vimercate per lo stesso motivo è stato preso a male parole dal nobile Gerolamo. Il prevosto e vicario foraneo di Olgiate si è beccato una pugnalata al braccio da messer Filippo Maria: gli ha ricordato il dovere di confessarsi almeno una volta all’anno. Il prevosto di Seregno se l’è vista brutta: s’è permesso di richiamare alla serietà alcune ragazze della dottrina. I preti si lamentano, almeno quelli che si sono messi di buona volontà ad applicare le riforme del Cardinale. Si scontrano con il malcontento della gente, con le pretese dei signorotti, con le proteste di quelli che dicono d’essere bravi cristiani solo perché non mancano alle feste patronali. I preti si lamentano e scrivono al Cardinale. Quasi ogni giorno riceviamo lo sfogo di un prete e le notizie di un maltrattamento. Il Cardinale risponde a tutti e a tutti dice la stessa cosa: «Qualcuno vi ha forse promesso vita facile e giorni senza fastidi? È proprio questo il segno che fate il vostro dovere: se soffrite qualche cosa per amore del Signore e della sua Chiesa». – – (1) Una religione in carne e ossa – (2) La devozione e l’esibizione – (3) Chi non ha ragione si dà ragione a pugnalate – (4) Quello che è di tutti non è di nessuno, quindi mio – (5) Il coraggio delle ragazze che vanno a dottrina