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Liturgia

La croce metro di giudizio della nostra esistenza

«Cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti»

di Luigi NASON Redazione

19 Marzo 2010

I giorni feriali (da lunedì a mercoledì) sono ormai orientati alla preparazione più immediata alla celebrazione della Pasqua e, in modo particolare, le letture del libro della Genesi – che affiancano la proclamazione progressiva del libro dei Proverbi – ripercorrono la vicenda di Giuseppe, l’uomo giusto che, dopo essere stato venduto dai fratelli come schiavo, diviene motivo di salvezza per l’intera discendenza di Giacobbe-Israele.
Conclusa invece la proclamazione del Discorso della Montagna, i brani evangelici ci invitano «alla sequela diretta del Signore, riconosciuto quale Cristo di Dio incamminato verso Gerusalemme per realizzare in se stesso la grande Pasqua di salvezza» (Premesse al Lezionario ambrosiano, n.141): «Cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente» (Vangelo del lunedì: Marco 8,27-33).
Per la giornata di giovedì 25 marzo, ricorrendo la solennità dell’Annunciazione del Signore, sono previste delle letture proprie, mentre il venerdì aliturgico, nei suoi due cicli di letture del Primo Testamento assegnati alla celebrazione vespertina, ripresenta il tema della perenne fedeltà di Dio al suo popolo (ciclo I) e il tema dell’alleanza sancita nel sangue dell’agnello (ciclo II), alla cui luce è stata interpretata e compresa dalla prima comunità cristiana l’immolazione pasquale di Gesù.
Ritorna infine la sottolineatura battesimale propria anche del sabato della quinta settimana («In Traditione Symboli»), che – precedendo immediatamente la domenica delle Palme nella Passione del Signore – «è totalmente focalizzato sul tema della trasmissione della fede nella Chiesa» (Premesse al Lezionario ambrosiano, n. 150), reso visibile dal rito della “consegna” (traditio) del Credo (simbolo-sintesi della fede cristiana) ai catecumeni che riceveranno il battesimo nella notte di Pasqua.
L’annuncio della passione di Gesù – al centro della liturgia dei giorni feriali – susciti la nostra preghiera e la nostra adesione di fede al Signore, che pone il mistero della sua croce quale metro di giudizio di tutta la nostra esistenza: «Abbiamo peccato, Signore: perdona le nostre colpe e salvaci […]. O Cristo Figlio di Dio, che hai teso la tua mano a Pietro che affondava, vieni in nostro aiuto perché la festa prossima ci trovi tutti innocenti, tutti riscattati» (antifona all’ingresso dei giorni feriali).