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Insegnanti di religione: si riflette sulla Chiesa

Ripreso il cammino formativo per i docenti. «Non ci si può improvvisare: devono saper trasmettere conoscenze, ma anche insegnare a stare con gli altri, a crescere con se stessi», spiega don Michele Di Tolve

di Cristina CONTI Redazione

21 Novembre 2010

Corsi divisi per età per dare ai ragazzi contemporaneamente un’educazione religiosa comune e adatta alla loro fase della vita. È ripreso il cammino di formazione degli insegnanti di religione della Diocesi di Milano. Il tema generale di quest’anno per le scuole di ogni ordine e grado è la Chiesa.
«Non ci si può improvvisare nell’essere insegnanti o educatori. I docenti devono saper trasmettere conoscenze, ma devono anche insegnare a stare con gli altri, a crescere con sé stessi. Per questo è necessario che esista per loro una formazione ad hoc», spiega don Michele Di Tolve, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale scolastica. Come ogni anno, i corsi sono divisi per fasce d’età. Si parte da un argomento generale, per dare agli insegnanti un lessico comune su cui lavorare. «Questo è affrontato e declinato secondo il diverso grado delle scuole – continua – per venire incontro alla differente sensibilità dei ragazzi e ai diversi problemi che si trovano ad affrontare, a seconda delle età».
Nella scuola dell’infanzia, per esempio, il tema di quest’anno è affrontato a partire da alcuni simboli, come il girotondo o la nave, mentre nella scuola primaria ci si concentra sul ruolo della Chiesa nella storia della Diocesi ambrosiana, quale educatrice del popolo alla Parola di Dio. Nella secondaria inferiore e superiore ci si concentra, invece, sull’architettura e sull’attenzione della Chiesa verso popoli e culture: un taglio particolarmente utile in un’età in cui i ragazzi iniziano a riflettere con maggiore profondità sul rapporto con il diverso.
Si è partiti con i corsi di formazione dal 2007. Il primo tema affrontato è stato “La Bibbia”, poi si è passati a “La figura di Gesù” e infine “Il volto di Dio”. «L’obiettivo – aggiunge Di Tolve – è sempre e comunque quello di dare agli insegnanti competenze per aiutare i ragazzi a fare collegamenti interdisciplinari e confronti interculturali e interreligiosi. Un metodo molto utile non solo per spiegare la religione, ma anche per dar modo agli studenti di comprendere la realtà che li circonda». In tutte le scuole, poi, durante tutto l’Avvento ci sarà una particolare attenzione nei confronti del Natale.
«Il nostro intento sarà quello di sviluppare un’indagine sugli effetti di questo evento da un punto di vista ecclesiale, sociale e culturale, non solo quello di aiutare i ragazzi a vivere con fede questo particolare momento dell’anno», sottolinea Di Tolve. In ogni istituto al centro della riflessione ci sarà, dunque, il presepe. Le lezioni si concentreranno su come i ragazzi reinterpretano oggi la nascita di Gesù, su cosa significa vedere in Lui il Figlio di Dio e su che cosa questo fatto ha prodotto nella storia.
Durante le vacanze di Natale, dal 27 dicembre al 5 gennaio, ci sarà poi un viaggio in Terra Santa con tutti i docenti di religione per inaugurare il decennio educativo. A febbraio, invece, si proseguirà con il raduno per i ragazzi dell’ultimo anno della scuola superiore e con il convegno delle scuole cattoliche della Diocesi per l’educazione all’interculturalità, a cui prenderà parte il vescovo ausiliare di Sarajevo, monsignor Pero Sudar.
Con gli uffici scolastici regionali e territoriali si sta invece organizzando un’alleanza definita “Patto educativo di comunità”: una serie di iniziative, che partiranno il prossimo anno, con cui la scuola vuole intrecciare relazioni durature con le famiglie, la comunità cristiana e le associazioni sportive e di volontariato per creare una rete educativa di adulti legata al territorio. Un aiuto concreto ai genitori per formare la persona come cittadino. «La famiglia – commenta Di Tolve – spesso è vittima del contesto culturale e informativo in cui vive: anche se vuole educare, da sola non riesce. Per questo è importante costruire una rete di relazioni sul territorio, che abbia alla base valori condivisi». Corsi divisi per età per dare ai ragazzi contemporaneamente un’educazione religiosa comune e adatta alla loro fase della vita. È ripreso il cammino di formazione degli insegnanti di religione della Diocesi di Milano. Il tema generale di quest’anno per le scuole di ogni ordine e grado è la Chiesa.«Non ci si può improvvisare nell’essere insegnanti o educatori. I docenti devono saper trasmettere conoscenze, ma devono anche insegnare a stare con gli altri, a crescere con sé stessi. Per questo è necessario che esista per loro una formazione ad hoc», spiega don Michele Di Tolve, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale scolastica. Come ogni anno, i corsi sono divisi per fasce d’età. Si parte da un argomento generale, per dare agli insegnanti un lessico comune su cui lavorare. «Questo è affrontato e declinato secondo il diverso grado delle scuole – continua – per venire incontro alla differente sensibilità dei ragazzi e ai diversi problemi che si trovano ad affrontare, a seconda delle età».Nella scuola dell’infanzia, per esempio, il tema di quest’anno è affrontato a partire da alcuni simboli, come il girotondo o la nave, mentre nella scuola primaria ci si concentra sul ruolo della Chiesa nella storia della Diocesi ambrosiana, quale educatrice del popolo alla Parola di Dio. Nella secondaria inferiore e superiore ci si concentra, invece, sull’architettura e sull’attenzione della Chiesa verso popoli e culture: un taglio particolarmente utile in un’età in cui i ragazzi iniziano a riflettere con maggiore profondità sul rapporto con il diverso.Si è partiti con i corsi di formazione dal 2007. Il primo tema affrontato è stato “La Bibbia”, poi si è passati a “La figura di Gesù” e infine “Il volto di Dio”. «L’obiettivo – aggiunge Di Tolve – è sempre e comunque quello di dare agli insegnanti competenze per aiutare i ragazzi a fare collegamenti interdisciplinari e confronti interculturali e interreligiosi. Un metodo molto utile non solo per spiegare la religione, ma anche per dar modo agli studenti di comprendere la realtà che li circonda». In tutte le scuole, poi, durante tutto l’Avvento ci sarà una particolare attenzione nei confronti del Natale.«Il nostro intento sarà quello di sviluppare un’indagine sugli effetti di questo evento da un punto di vista ecclesiale, sociale e culturale, non solo quello di aiutare i ragazzi a vivere con fede questo particolare momento dell’anno», sottolinea Di Tolve. In ogni istituto al centro della riflessione ci sarà, dunque, il presepe. Le lezioni si concentreranno su come i ragazzi reinterpretano oggi la nascita di Gesù, su cosa significa vedere in Lui il Figlio di Dio e su che cosa questo fatto ha prodotto nella storia.Durante le vacanze di Natale, dal 27 dicembre al 5 gennaio, ci sarà poi un viaggio in Terra Santa con tutti i docenti di religione per inaugurare il decennio educativo. A febbraio, invece, si proseguirà con il raduno per i ragazzi dell’ultimo anno della scuola superiore e con il convegno delle scuole cattoliche della Diocesi per l’educazione all’interculturalità, a cui prenderà parte il vescovo ausiliare di Sarajevo, monsignor Pero Sudar.Con gli uffici scolastici regionali e territoriali si sta invece organizzando un’alleanza definita “Patto educativo di comunità”: una serie di iniziative, che partiranno il prossimo anno, con cui la scuola vuole intrecciare relazioni durature con le famiglie, la comunità cristiana e le associazioni sportive e di volontariato per creare una rete educativa di adulti legata al territorio. Un aiuto concreto ai genitori per formare la persona come cittadino. «La famiglia – commenta Di Tolve – spesso è vittima del contesto culturale e informativo in cui vive: anche se vuole educare, da sola non riesce. Per questo è importante costruire una rete di relazioni sul territorio, che abbia alla base valori condivisi».